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> sono un po' di corsa, butto lì un paio di osservazioni
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Ritorno espandendo un po' il concetto espresso ieri di fretta. Sarò lungo,
sorry.

Premessa: "non si mappa per il rendering", lo dico subito io, così facciamo
prima. Precisiamo anche però che questo mantra è scritto male, il
significato corretto originale è "non si mappa *sbagliato* per il
rendering". Cioè se il mio renderer di fiducia non visualizza i sentieri la
soluzione è cambiare il sw, non mappare i sentieri come track, cosa che
avveniva spesso agli inizi. Mi sembra che ultimamente questo significato
originale si sia un po' perso, a volte sembra che l'interesse sia riempire
un database e basta, lasciando poi a qualche fantomatico "algoritmo" il
compito di districarsi nela labirinto. In realtà mappiamo tutti per avere,
alla fine, un qualche tipo di rendering, soprattutto in ambito
escursionistico dove la fruizione del dato passa più o meno
obbligatoriamente tramite una rappresentazione grafica. Dunque è ampiamente
il caso di porsi il problema dell'utilizzo finale dei dati inserendoli fin
dall'inizio in modo da facilitarne l'uso. Personalmente negli ultimi due
anni ho lavorato parecchio alla realizzazione di mappe escursionistiche su
dati OSM trovandomi di fronte a diversi problemi a interpretare i dati per
diverse ragioni, in particolare perché lo stile di mappatura varia
selvaggiamente da una zona all'altra.

Il CAI interviene su OSM in un momento in cui, almeno per l'arco alpino,
gran parte del lavoro di inserimento è già fatto. Quindi in massima parte
non si tratterà  di inserire una sentieristica, ma di corregere, uniformare
e classificare correttamente quella che già esiste. Inoltre essendo OSM un
progetto internazionale e utilizzato in gran parte da strumenti automatici
bisogna tener conto della realtà esistente anche se cozza un po' con le
tradizioni locali, se no l'informazione inserita finisce per essere poco
utile. Secondo me questa collaborazione tra OSM e CAI rappresenta
l'occasione giusta per fare ordine e pulizia, ma anche e soprattutto per
provare a stilare delle linee guida da usare in generale per tutto il
discorso escursionistico e non solo per le cose ufficialmente gestite dal
CAI.

Veniamo ai punti che secondo me sarebbero da valutare.

Nomi, descrizioni e ref.
Credo sia la cosa che ha fatto dannare di più, con il risultato finale che
ho deciso di non visualizzare i nomi se non in casi particolari. A volte
sono attribuiti alla way, a volte alla relazione. A volte hanno senso, a
volte sono inventati. Di sicuro sono sempre ingombranti. Questa cosa non è
da sottovalutare, perché stringhe lunghe prendono spazio e soprattutto a
livelli di zoom bassi o a scale molto ridotte non ci stanno o cozzano con
altre cose diminuendo la leggibilità della mappa.
In base ai criteri espressi su
http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Names#Name_is_the_name_only e nel
paragrafo successivo se una cosa non ha un nome proprio non si deve
darglielo a tutti costi.
"Sentiero degli alpini" è un nome proprio, usato dalla gente che però non
dà indicazioni sul luogo dove si sviluppa il percorso. Io ho un forte
interesse a rappresentare questa cosa su una mappa, perché mi permette di
individuare con sicurezza un percorso non altrimenti indentificabile.
"Varese Ligure - Passo Chiapparino - La Pelosa" invece non è un nome
proprio e non ho nessun interesse a visualizzarlo perché non mi aggiunge
nessuna informazione utile e crea i fastidi citati sopra. E' una
descrizione che è utile avere, ma deve essere classificata come tale.
Inserirla come descrizione permette anche di far convivere il nome proprio
con la descrizione. Cioè posso usare contemporaneamente il nome "sentiero
degli alpini" e anche l'informazione "partenza-arrivo", cosa
particolarmente utile nel caso di nomi diffusi come appunto "sentiero degli
alpini" o "via del sale" che si trovano ovunque sulle Alpi.
C'è poi un problema di lunghezza in cose come l'Alta Via dei Monti Liguri o
la Grande Traversata delle Alpi, veramente o zoommi "abbestia" o non ci
stanno, e ironia della sorte questo tipo di informazione è più utile a
livelli di zoom bassi. Dunque l'esigenza di avere delle abbreviazioni
esiste, e non solo in OSM tant'è vero che anche sui segnavia spesso si
usano gli acronimi. Bisognerebbe regolamentare questa cosa, esiste in uso
il tag short_name che non ha una pagina wiki specifica ma credo sia adatto
allo scopo. In questo modo uno può usare per le mappe l'acronimo e per
altri usi il nome esteso creando un'equivalenza chiara.
Poi ci sono i codici identificativi. Non me ne voglia Alfredo ma l'uso di
namespace come ref:REL o rwn:name sono una menata infinita da gestire,
soprattutto se si pensa all'uso che viene fatto normalmente dei dati OSM,
cioè l'elaborazione automatica su ampie aree che non può tener conto di
queste cose di cui oltretutto non credo esistano esempi in uso, perlomeno
io non ne ho trovati. Se un sentiero ha più codici (MTB, CAI, FIE ecc) si
fanno più relazioni, tanto difficilmente queste relazioni coincideranno al
100% e sarebbero da fare comunque separatamente.
Sarebbe anche da mettere nero su bianco che nomi tipo "collegamento
con...", "scorciatoia", "sentiero per il rifugio x" non sono nomi e non
dovrebbero essere inseriti, sempre per il criterio che non aggiungono
informazioni utili.

Scale di difficoltà
Per quanto riguarda le scale di difficoltà la SAC originale non ha nulla di
diverso dalla CAI, è solo quella degli svizzeri. Anche in quel caso si
valuta il sentiero nella sua interezza e si tiene conto di tutte le
difficoltà presenti inclusa la visibilità del sentiero. Solo da un certo
punto in poi su OSM qualcuno ha stabilito che trail_visibility doveva
essere scorporato, cosa parecchio inopportuna visto che oggi non è dato
sapere se un sentiero è stato mappato con il criterio originale o con
quello modificato.
Comunque sia, quello che ho rilevato sovente è che sentieri facili vengono
classificati come T4. E' un problema diffuso anche fuori Italia a causa
della discutibile scelta di usare i nomi invece dei numeri nella scala. C'è
un tot di gente che non legge il wiki e andando a naso indica "alpine
hiking" senza rendersi conto che "alpine" significa "di tipo alpinistico" e
non "sulle Alpi". Ci sono anche un tot di sentieri non classificati. Visto
che tutti quelli che fanno mappe basate su OSM oggi usano questa scala, e
visto che di fatto questa operazione CAI-OSM consiste in una revisione
dell'esistente, credo sarebbe opportuno invitare esplicitamente gli utenti
a buttarci un'occhio anche se esce dagli scopi prettamente CAI. Ovviamente
i mappatori già attivi lo sanno e lo fanno già, me se questa operazione
tirerà dentro altre persone penso valga la pena sensibilizzarli.

Ultima cosa, per quanto riguarda i bivacchi sarebbe piuttosto importante
indicare se sono sempre aperti o necessitano delle chiavi.

Maki
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