Re: [nexa] Hacker, Linuxari e dintorni

2022-02-16 Thread Damiano Verzulli

Il 14/02/22 13:49, karlessi ha scritto:

[...]
In questo senso mi riconosco nella categoria di hacker e linuxari


Io, invece, mi sento un "linuxaro", ma _NON_ mi riconosco nella 
categoria. Ritengo di essere una voce un po' "fuori da coro".


Non è un caso --infatti-- che _NON_ condivido quasi _NESSUNO_ dei 
passaggi del tuo messaggio. Sicuramente concordo sui principi generali 
che traccia, ma focalizzare troppo le responsabilità esclusivamente dal 
lato dell'"OFFERTA" (GAFAM), mi pare riduttivo. Oppure l'esacerbare la 
distinzione fra Free-Software e Open-Source-Software è --a mio avviso-- 
SUPER-fuorviante (non tanto "fra noi", quanto piuttosto "fra noi" ed "il 
resto del mondo")


Certamente i GAFAM hanno delle responsabilita' (tra l'altro, sul punto, 
il Prof. Valletti resta, per me, un "faro" [1]). Ma è solo una (grossa) 
parte del problema.


Mentre iniziavo a leggere questo tuo passaggio:



Durante la prima fase della pandemia ho passato parecchie giornate 
online a insegnare ad amici e amici di amici ecc. come destreggiarsi e 
organizzarsi con Jitsi, BBB, Nextcloud ed Etherpad, i principali 
sistemi che abbiamo individuato come appropriati per rispondere a 
esigenze di collaborazione sincrona e asincrona.


Poi, frustrato e deluso, ho smesso.

Dopo un iniziale entusiasmo, quasi tutti gli amici, amici di amici e 
persino lontani conoscenti hanno cominciato a preferire Zoom, Google 
Meet-Classrom, M$ Teams, Office 365, etc.


Dopo avermi sfiancato di richieste, hanno optato per la via 
cibernetica militare-industriale, perché "funziona meglio", "è più 
semplice", "lo usano tutti", "non ho tempo per imparare un'altra 
cosa", "è impossibile far cambiare idea in azienda", "a scuola usano 
quello", "è gratis", ecc.




ho subito pensato: "E che pensava di ottenere? Pensava veramente che, 
cosi' facendo, avrebbe potuto diffondere competenze e liberta'?"


E non perche' io trovi futile il tentativo. Soltanto perche', piu' di 15 
anni fa, è un film che ho gia' vissuto [2].


Quando --seppure delicatamente-- invito questa lista ad essere piu' 
incisiva [3], lo faccio semplicemente perché sono ormai convinto che 
l'unica via che resta è quella che passa dalle istituzioni formative e, 
in particolare, accademiche.


Ormai non possiamo far altro che puntare a "arginare" i problemi, 
preparando contestualmente il terreno per quello che dovra' essere 
(secondo le nostre metriche attuali) lo scenario ICT fra 20 anni (venti! 
almeno!).


E questo lavoro preparatorio non puo' che partire dal mondo accademico.

È li che io vedo le responsabilita' maggiori. È li che io vedo, oggi, 
una "inerzia" (da parte dei pochi che hanno chiaro il quadro 
complessivo) quasi colpevole. Viceversa, è li che i GAFAM hanno lavorato 
(e stanno lavorando) per annientare le possibilita' di sviluppo anche 
sul lungo termine.


Perché PoliTO resta un caso isolato? Perché l'esperienza PoliTO non è 
passata nella stampa mainstream? Perché nessuno dice che se l'esperienza 
di PoliTO venisse replicata, si porrebbero le basi per un "nuovo 
sviluppo" nella politica ICT del Paese?



Mio figlio è del 2009. Non ha mai toccato un PC "windows" (non perche' 
io lo abbia imposto; semplicemente perche' in casa... non ce ne sono). 
Parliamo spesso di windows (specie quando discutiamo della necessita' di 
driver 3D per accelerare le prestazioni di gaming oppure del fatto che 
ad alcuni giochi, purtroppo, non riesce a giocare). Parliamo di Android. 
Ad inizio anno, gli ho spiegato (con calma...) perche' ho deciso di 
"de-googlizzarmi". Ha chiaro in mente che i prodotti Apple sono 
eccellenti (sul piano hardware e software), ma sa anche che suo padre 
gli dice sempre che "i prodotti apple, sono di apple. E lui li potra' 
certamente comprare ed usare, ma tenendo a mente che non saranno mai i 
suoi". Quando siamo andati dal concessionario ad acquistare l'auto nuova 
e, il venditore, ci ha proposto una C3 dicendoci: "Qui, pero', non c'e' 
Android auto!", mio figlio mi ha detto: "Papa'! Questa, allora, per te 
va bene!". Ho spiegato a mio figlio che avere un Android dentro l'auto 
di cui non si possa avere il controllo... significa far si che l'auto 
non e' piu' "solo tua"; in parte, è di Google.



Perché tutto questo è lasciato "a me"? Perché _DEVO_ essere io, a 
trasmettere questo know-how a mio figlio? Perché i suoi insegnanti 
(scuole elementari e medie) _NON_ dicono nulla, al riguardo? Perché 
_NEANCHE_IO_ posso accennare questi temi a quegli insegnanti (di cui --e 
non sono ironico-- ho _GRANDE_ stima, in quanto fanno egregiamente il 
proprio lavoro!) perché so gia' che se lo facessi sarei tacciato di 
"estremismo"?


Perché l'Ateneo che è a 5 km da dove vivo, non organizza un "ciclo di 
seminari" su questi temi?


Perché il Prof. Valletti deve parlare in un teatro, e non in un "tour" 
organizzato ufficialmente? Perché si puo' fare il tour per promuovere le 
rinnovabili... e non si puo' fare un tour per

[nexa] Il grande libro della morte. Miti e riti dalla preistoria ai cyborg

2022-02-16 Thread 380°
Buongiorno nexiane,

vi segnalo questo interessante libro che tratta del nostro rapporto con
la morte, fondamentale per comprendere il nostro rapporto con certi miti
e riti tecnologici

«Il grande libro della morte: Miti e riti dalla preistoria ai cyborg»
di Ines Testoni, 2021 - Il Saggiatore
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-grande-libro-della-morte/

--8<---cut here---start->8---

[...] ogni società, ogni popolo del pianeta, sempre e a ogni latitudine,
si è confrontato con la morte e ha cercato di renderla meno traumatica,
facendone un momento di passaggio condiviso all’interno delle
comunità. Oggi invece l’Occidente, accecato dall’illusione di un
benessere infinito, opera una rimozione sistematica della morte dalla
vita quotidiana e dall’esperienza di tutti, tramutandola in un fantasma
indicibile con cui ciascuno si trova a combattere da solo.

[...]  approda all’oggi: un’epoca in cui i progressi della scienza e
della tecnologia ci spingono a ripensare in nuovi modi l’essere umano, e
figure ibride come i cyborg e il movimento del transumanesimo aprono le
porte a possibili forme di parziale immortalità. Un’epoca in cui è
sempre più pressante la richiesta di un supporto medico e psicologico
per i morenti e i loro cari; in cui è più che mai necessario ristabilire
un rapporto maturo e consapevole con la morte.

Il grande libro della morte ci sfida a caricare nuovamente di senso la
nostra più grande paura, restituendo l’antico alone di sacralità a
questo confine e, al tempo stesso, pensandolo come un passaggio naturale
dell’esistenza. Perché è solo guardando negli occhi la nostra fine che
possiamo vivere pienamente.

Riti e tabù, miti e film, l’immortalità dell’anima promessa dalle
religioni e l’immortalità della mente promessa dalla tecnologia: questo
libro racconta la morte ieri, oggi e domani.

--8<---cut here---end--->8---

L'autrice è allieva di Emanuele Severino e attualmente di occupa di
"death education"

Ho trovato questa intervista online in cui l'autrice discute alcuni dei
temi trattati nel libro:

https://www.ibridamenti.com/2022/01/04/la-nostra-fine-ieri-oggi-e-domani/

Vale la pena leggerla, tutta.

Saluti, 380°

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about .


signature.asc
Description: PGP signature
___
nexa mailing list
nexa@server-nexa.polito.it
https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa