> > Chef e' potente ma fossi in te userei Ansible. Ha questi vantaggi: >> > mmm ... pricing... mmm free trial ... mmm in ogni caso mi guardo anche questo
> > - non serve un server sulla macchina remota: basta ssh per usarlo > - non serve conoscere ruby per usarlo (non serve neanche conoscere Python > per usarlo, basta yaml; per Chef invece devi scrivere roba Ruby) > - se ti serve hackarlo, e' scritto in Python, che si suppone tu conosca. sembra un fabric un po più potente .. o sbaglio? > e mi sono gia' fatto mandare affanculo dagli sviluppatori, e tutto in > pochi giorni ahahahahah :) Tuttavia il mio problema non è il deploy(e mi rendo conto di aver anche sbagliato il titolo). Il programma fa 'autodeploy'(dopo la prima installazione. Per la prima installazione mi potrei arrangiare con fabric x linux e psexec x win). Una volta che il programma è presente sul server remoto potrei renderlo in grado di aggiornare lo stesso python o al limite torno ad arrangiarmi con fabric/psexec. Il mio dubbio era più su dove installo python? Io pensavo più a qualcosa del tipo /mio/path o C:\mio\path dove dentro ci sono due directory pythonXX e mioprogramma. E' una buona prassi? potrei avere dei problemi?. Non voglio nemmeno 'inquinare' la variabile PATH. X win usare portable python potrebbe essere una buona idea? Activepython l'avete mai usato? -- Balan Victor
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