On Tue, Nov 12, 2024 at 3:28 PM Stefano Maffulli <smaffu...@gmail.com> wrote:
> > Alcuni soggetti bollano con leggerezza la questione senza notare che > praticamente tutti i grandi dataset "aperti" hanno più o meno gli stessi > problemi, anche quelli che non sono ancora stati portati in giudizio per > violazione di copyright e altro. > Il mondo "Open" è già in profondo svantaggio in questo settore e il > consiglio di amministrazione di OSI ha l'obbligo di difendere l'ecosistema > Open Source. > > ciao Stefano! grazie per l'email, ha chiarito alcuni punti interessanti e comprendo la tua posizione. Tuttavia mi rimane un dubbio nell'intersezione tra la leggittimità che conferisce l'OSI, e la vaghezza che c'è nell'AIAct. Faccio riferimento al fatto che un sistema open source secondo l'AIAct, NON sia vincolato ad obblighi di conformità. Va inteso che la terminologia "open source" nel regolamento è ancora radicata ad una visione più binaria, ed è lì messa per tutelare chi sviluppa framework e librerie. Componenti distanti dal prodotto finale e per questo uno sviluppatore non può essere ritenuto responsabile degli usi. Poi la garanzia dell'apertura e l'ipotetica peer review permetterà a chi include uno strumento nel proprio codice di poter definire responsabilità e conformità. Comprendo che che tu stia cercando di far recuperare quello svantaggio di cui parli, ma inevitabilmente uno degli effetti sarà quello di dare il bollino di "open source" a cose che alla fine open non sono. E questo porterà a degli abusi che sfrutteranno questa ambiguità. Quando questi abusi avverranno, non credo si criticherà l'AIAct, ma bensì la OSAID, che arriva dopo, e legittima condizioni impreviste. Mi chiedevo se hai avuto modo di rifletterci e se vedi soluzioni che al momento a me sfuggono. Grazie! Ciao, Claudio