Buongiorno, Uno sviluppo basato su modelli medio-piccoli, aiuterebbe ma non penso che sia sufficiente. Serve anche un cambiamento "di scala" della ricerca nella UE, con fondi e obiettivi comuni, usando ed ampliando le infrastrutture esistenti per una ricerca pubblica/pubblica-privata comune.
Esistono enti pubblici di ricerca europea, come il JRC, perché non potenziarli ed usarli di più creando qualcosa tipo il CERN, a cui si riferisce il messaggio di Andrea? Non mi sembra un progetto impossibile. Cerchiamo di competere anche ad 'armi' pari... Alessandro On Tue, 29 Oct 2024 at 11:33, Andrea Bolioli <andrea.boli...@gmail.com> wrote: > Ciao a tutti, > > se la creazione di un centro AI europeo tipo CERN è complessa, trovo però > strano che finora, per quanto io ne sappia, non sia ancora partita almeno > un'iniziativa europea di ricerca (un progetto di 2 anni) per creare un LLM > "di base" a norma EU. Sono state create le infrastrutture hardware e sono > partiti vari progetti "piccoli" di sviluppo realizzati da università o > aziende. "Piccoli" cioè con dimensioni simili ai progetti realizzati finora > in ambito AI e NLP, non adeguati per lo sviluppo di un LLM EU, e senza > questo scopo preciso. Ad es. uno degli ultimi bandi EU di questo tipo è > stato DIGITAL-2024-AI-06-LANGUAGE-01 > > https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/topic-details/digital-2024-ai-06-language-01 > > Dal punto di vista teorico, tecnico, e anche finanziario, non sarebbe > un'impresa tanto difficile; richiederebbe uno sforzo organizzativo e > gestionale, oltre alla volontà di farlo. Non si tratta ovviamente di far > concorrenza a OpenAI, Amazon, ecc, ma di creare una risorsa open source a > norma EU utilizzabile da università, aziende, start-up, ecc > Non si tratterebbe di un nuovo centro di ricerca AI europeo, ma di un > progetto con uno scopo preciso. Ci sono iniziative nazionali, ad es. > nell'ambito del progetto FAIR in Italia, ma con modalità di realizzazione > simile ai progetti degli anni passati, quindi non del tutto adeguate, oltre > al fatto che sono nazionali e non EU. > > In realtà, se 5-10 università e centri di ricerca EU, eventualmente col > supporto di personale di aziende interessate al progetto, avessero deciso > di investire 2 anni in un progetto di questo tipo, avremmo già questo LLM > open source EU. > Quante persone servono? Forse 30 full-time equivalent per 18 mesi sono > sufficienti, oltre all'hardware, che c'è. > Mistral ne aveva di meno, se non sbaglio. > > Questo bando EU ha questo scopo: > Making available a high performing open-source European foundation model > for fine-tuning > > https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/topic-details/digital-2024-ai-06-finetune > > Se fosse partito nel 2022 sarebbe stato meglio. Meglio tardi che mai... Ci > riusciranno? Speriamo. > > In ogni caso, si può fare !!! ;-) > > Buona giornata, > Andrea > > > > > On Tue, Oct 29, 2024 at 10:39 AM Guido Vetere <vetere.gu...@gmail.com> > wrote: > >> Beppe, >> condivido la tua riflessione e le amare considerazioni sull'Europa. >> >> Però mi sembra che il ragionamento resti interno al paradigma dell'AI >> generativa delle big tech, tutto proteso verso una AGI che ha come >> obiettivo primario il consolidamento dell'oligopolio statunitense. >> >> Se pensassimo invece ad uno sviluppo basato su modelli medio-piccoli, >> aperti e facilmente adattabili, non generalisti ma di scopo, si potrebbero >> aprire scenari diversi. Non sarebbe necessario costruire centrali nucleari >> per alimentare titanici supercomputer che macinano petabyte di testo, >> immagini e suoni. Le imprese potrebbero sviluppare la propria intelligenza >> sulla propria scala e metterla in esercizio con le proprie risorse. >> >> Insomma, bisogna cercare di portare lo scontro su un terreno favorevole, >> combattere con l'intelligenza, visto che i muscoli stanno da altre parti. >> >> Un caro saluto, >> G. >> >> >> On Tue, 29 Oct 2024 at 08:08, Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it> >> wrote: >> >>> Ho avuto rapporti col JRC negli anni ‘80, per cui ho progettato e >>> realizzato la prima rete locale in fibra ottica in Europa di diversi km, >>> per collegare su tre edifici, varie Sun workstation e Symbolics Lisp >>> Machine. Ho sviluppato personalmente i driver delle schede di rete >>> token-ring per le Sun. >>> Potrebbe candidarsi come luogo per un centro europeo di AI, ma le >>> risorse e le infrastrutture di calcolo necessarie sono enormemente >>> superiori a quelle attuali. >>> >>> — >>> >>> On 28 Oct 2024, at 13:17, Alessandro Brolpito <abrolp...@gmail.com> >>> wrote: >>> >>> >>> Buongiorno prof Attardi, >>> >>> La Commissione europea ha una 'direzione generale', il Joint Research >>> Centre Joint Research Centre >>> <https://commission.europa.eu/about-european-commission/departments-and-executive-agencies/joint-research-centre_en> >>> (JRC), >>> che si occupa di ricerca, in diversi ambiti, inlcuso l'IA. >>> >>> Il passaggio da una somma di ricerche nazionali ad una ricerca europea >>> mi sembra una 'condicio sine qua non' per poter fronteggiare adeguatamente >>> le sfide e i 'competitors' globali. Mi chiedo se il JRC non possa essere la >>> sede opportuna. Non è mai stato fatta questa ipotesi? >>> >>> Cordialmente, Alessandro >>> >>> On Mon, 28 Oct 2024 at 11:38, Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it> >>> wrote: >>> >>>> Da almeno 6 anni sto andando in giro a dire che l’Europa non doveva >>>> perdere il treno dell’AI, rifacendomi a quanto afferma Angelo Raffaele Meo, >>>> ossia che in informatica è sbagliato rassegnarsi dicendo che ormai abbiamo >>>> perso il treno, perché di treni ne passano in continuazione. >>>> Il punto cruciale è che per non perdere il prossimo treno bisogna >>>> prepararsi a prenderlo, facendo le scelte giuste riguardo a investimenti in >>>> formazione, infrastrutture, capitali e strutture societarie. >>>> Abbiamo perso il treno del cloud perché è fallito il piano del ministro >>>> dell’Economia tedesco che auspicava la costituzione di un Airbus per il >>>> cloud, limitandosi alla costituzione di Gaia-X, che si è persa a litigare >>>> sul come definire protocolli di interoperabilità, avendo al suo interno le >>>> stesse aziende americane con cui avrebbe dovuto competere. Immaginatevi se >>>> nel consorzio Airbus a decidere fosse stato il CdA di Boeing, quello che è >>>> stato condannato per i disastri del 747 Max, e che ha condotto l’azienda a >>>> processi produttivi in outsourcing terribilmente inadeguati. >>>> >>>> Lasciando perdere il modello Airbus, per l’AI siamo andati in giro per >>>> l’Europa, con l’associazione CAIRNE, sostenendo la necessità di un CERN for >>>> AI (https://cairne.eu/cern-for-ai/), una infrastruttura di ricerca >>>> comune dotata delle risorse adeguate per lo sviluppo dell’AI moderna, con >>>> progetti delle dimensioni di quelli come il LHC. Ho continuato a sentirmi >>>> dire che non c’era bisogno, che ogni paese ha le sue eccellenze e che >>>> sarebbe bastato mettere in rete i denti europei esistenti. Così sono stati >>>> finanziati progetti di rete ( >>>> https://www.ai4europe.eu/Network-of-Excellence) quinquennale con un >>>> budget irrisori di poche decine di milioni di Euro. Quando dicevo che i >>>> modelli di AI stavano crescendo esponenzialemente di dimensioni, Cédric >>>> Villani, incaricato da Macron di scrivere la strategia francesse sull’AI, >>>> mi espresse i suoi dubbi. >>>> >>>> Nel frattempo il Parlamento europeo e la commissione hanno virato la >>>> loro attenzione sull’etica dell’AI e sulla sua regolamentazione, impiegando >>>> tutto il loro tempo nel promulgare una norma complessa, farraginosa, >>>> costosa, sbilanciata e alla fine controproducente come l’AI Act e la EC ha >>>> dirottare tutti i finanziamenti di ricerca su AI trustworthy o responsible, >>>> un ossimoro perché la responsabilità deve essere sempre dell’uomo e non >>>> della macchina. >>>> >>>> Quindi sì, certo, se continuiamo così, l’Europa non sarà il terzo polo >>>> dell’AI, ma nemmeno di cloud, di auto elettriche, di batterie, di energie >>>> rinnovabili, di microprocessori, ecc. >>>> Il guaio è che saremo superati non solo da Cina e da India, ma anche >>>> dalla Nigeria, quando il prossimo miliardo di persone si connetterà a >>>> Internet. >>>> Altro che immigrazione, saremo noi a dover emigrare: i nostri figli >>>> migliori già lo fanno. >>>> >>>> — Beppe >>>> >>>> On 26 Oct 2024, at 12:00, nexa-requ...@server-nexa.polito.it wrote: >>>> >>>> Subject: [nexa] L'Ue non sarà il "terzo polo" dell'Intelligenza >>>> artificiale fra Usa e Cina. Ecco perché. L'analisi di Aresu - >>>> Startmag >>>> Message-ID: <99f6608b-c8d3-4573-9469-bff18ef8c...@polito.it> >>>> Content-Type: text/plain; charset=utf-8 >>>> >>>> Da leggere e meditare: >>>> >>>> https://www.startmag.it/innovazione/intervista-alessandro-aresu-geopolitica-intelligenza-artificiale-parte-2/ >>>> >>>> >>>>