Il 23/08/24 09:28, Marco Fioretti ha scritto:
On Fri, Aug 23, 2024 at 08:29, Giorgio Ventre <gior...@unina.it> wrote:

    ...Da quello che mi sembra di capire, tu ritieni che l’informatica
    debba essere gestita da tutti ma non da loro?...


No, per niente. Premesso che le "sfide" esclusivamente tecniche, tipo che libreria o linguaggio usare, se usare Agile o no e simili qui non c'entrano nulla, vanno senz'altro gestite da informatici, Benanti ha scritto quello che ho gia' quotato:

"Meno di 30 milioni di persone al mondo, su oltre 8 miliardi di abitanti del pianeta, sono in grado di programmare e di poter gestire le sfide culturali e sociali che questo comporta."

che scritto cosi' significa che **per gestire le sfide CULTURALI E SOCIALI che [il programmare] comporta e' necessario saper programmare.** O no?

Se lui intendeva altro, grazie a chi mi correggera' e scuse d'ufficio a Benanti, e' per questo che ho chiesto il testo integrale.

In ogni caso, quello che dico e ribadisco io e' prima di tutto che che la frase fra asterischi e' una fesseria enorme. Per "gestire le sfide culturali e sociali" non serve affatto "essere [effettivamente] in grado di programmare", o averci mai provato. Bisogna solo capire DAVVERO certi concetti generali, tipo la differenza fra eseguibile e codice sorgente, ruolo e impatti di licenze e brevetti, cosa sono i formati dei file e perche' sono importanti (1), la vera natura delle cosiddette "Digital Dark Ages" (2)...
concordo.
per valutare l'impatto della mobilità individuale sull'ambiente non occorre conoscere la chimica della combustione degli idrocarburi ma sapere che l'uso dell'auto produce gas inquinanti, e che l'elettrico consuma risorse rare e limitate. e non penserei che i progettisti e costruttori di auto sono i soli che possono davvero provvedere alla cura dell'ambiente.

che ci sia molta ignoranza (riguardo all'informatica e all'automobile, e anche ad altro) è chiaro; ma la cosa non risolve deputando alcuni sommi sacerdoti a decidere per gli altri bensì facendo crescere la conoscenza che le persone hanno: è l'annosa questione aristocrazia/democrazia.
Maurizio


Le maggiori sfide (per non dire casini) dell'informatica di oggi, di cui parliamo tanto su questa lista, vengono in gran parte proprio dall'aver LASCIATO la "gestione degli impatti socio-culturali" dell'informatica, tipo gli impatti dei social network di oggi su dibattito democratico o depressione giovanile, a chi sapeva solo programmare, ma di etica, diritto, buona educazione e simili non capiva e ancora non capisce niente (Musk, Zuckerberg, Thiel, Altman ecc).

Che gli informatici ricevano anche una preparazione di base anche su questi temi sarebbe ottimo, e che vengano sempre CONSULTATI da chi deve decidere pure, per evitare "imbarazzi" tipo DMCA o tante proposte di censura online che etica a parte sono tecnicamente irrealizzabili.

Ma decisioni e regolamenti sugli impatti culturali e sociali vanno decisi prima e piu' in alto di programmare, e non da chi e' programmatore:

https://stop.zona-m.net/2019/08/no-its-not-maths-and-tech-specialists-who-need-hippocratic-oath/

Marco
(1) https://mfioretti.com/how-file-formats-can-be-used-favor-or-hamper-innovation-active-citizenship-and-really-free-markets/

(2) https://mfioretti.substack.com/p/ever-wondered-why-we-are-in-a-digital


    Il giorno 23 ago 2024, alle ore 06:42, Marco Fioretti
    <mfiore...@nexaima.net> ha scritto:

    
    Nella trappola che bisogna saper programmare, intendo.

    Copio e incollo da un suo post su LinkedIn, in cui segnala il suo
    articolo dietro paywall (1), se qualcuno potesse postarlo tutto
    grazie infinite:

    I report globali disponibili ci dicono che nel 2024 solo 28.7
    milioni di persone al mondo sono in grado di scrivere e leggere
    la lingua delle macchine. Meno di 30 milioni di persone al mondo,
    su oltre 8 miliardi di abitanti del pianeta, sono in grado di
    programmare e di poter gestire le sfide culturali e sociali che
    questo comporta. Questo significa che Il 99,65% della popolazione
    non sa programmare. Allora forse le cose urgenti e importanti da
    “acquistare” con il ritorno a scuola non sono figlie di qualche
    promozione commerciale ma di un nuovo patto sociale e
    generazionale che possa dare al paese quello che serve per uno
    sviluppo sociale un progresso economico che sappiano garantire
    futuro e coesione sociale e democratica.

    Questo e' quanto ho gia' commentato su LinkedIn:

    ########################################
    "Meno di 30 milioni di persone al mondo, su oltre 8 miliardi di
    abitanti del pianeta, sono in grado di programmare e di poter
    gestire le sfide culturali e sociali che questo comporta."


    Ovvero, per poter "gestire le sfide culturali e sociali che [la
    tecnologia informatica] comporta" bisogna saper programmare?


    E' questo che intende?


    Con tutto il rispetto... ma che sta dicendo? Ma seriamente?


    Saper programmare e' proprio tutto e solo quello che sanno fare i
    vari Musk, Zuckerberg, Thiel, Altman e compagnia, ed e' proprio
    per l'idea che la gestione dell'informatica va lasciata a quelli
    come loro "perche' sanno programmare" che son riuciti a fare
    tutti i danni culturali e sociali che sappiamo. Sono allibito.


    PS: poter leggere l'articolo integrale aiuterebbe a risolvere
    eventuali malintesi

    ###################################

    Marco

    (1) l'articolo:
    
https://24plus.ilsole24ore.com/art/serve-istruzione-che-promuova-capacita-cittadinanza-e-crescita-AFihBpSD





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we don’t need more ‘responsibly built’ weapons or surveillance technology
sarah myers

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Maurizio Lana
Università del Piemonte Orientale
Dipartimento di Studi Umanistici
Piazza Roma 36 - 13100 Vercelli

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