Buonasera Damiano,

grazie per questi thread sistemistici :-)

Damiano Verzulli <dami...@verzulli.it> writes:

[...]

> Di converso, in diversi punti cita sia l'esperienza negativa (costo) con 
> Suse / Rancher [1], sia il fatto che alla fine ha optato per scriversi 
> il suo orchestratore (Kamal [2][3]) che poggia su docker (e quindi 
> container... microservizi... etc)

ehrm...

«Even Amazon can't make sense of serverless or microservices»
https://world.hey.com/dhh/even-amazon-can-t-make-sense-of-serverless-or-microservices-59625580

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

That really sums up so much of the microservices craze that was tearing
through the tech industry for a while: IN THEORY.  Now the real-world
results of all this theory are finally in, and it's clear that in
practice, microservices pose perhaps the biggest siren song for
needlessly complicating your system.  And serverless only makes it
worse.

[...] In many ways, microservices is a zombie architecture. Another
strain of an intellectual contagion that just refuses to die. It's been
eating brains since the dark days of J2EE (remote server beans,
anyone??)  through the WS-Deathstar nonsense, and now in the form of
microservices and serverless.

[...] But this third wave seems finally to have crested. I wrote an ode
to The Majestic Monolith way back in 2016. Kelsey Hightower, one of the
leading voices behind Kubernetes, put it beautifully in 2020:

 "We’re gonna break [the monolith] up and somehow find the engineering
 discipline we never had in the first place... Now you went from writing
 bad code to building bad infrastructure.

[...] Replacing method calls and module separations with network
invocations and service partitioning within a single, coherent team and
application is madness in almost all cases.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

«From bad code to bad infrastructure» è stato "un lampo".

Altri interessanti suggerimenti qui:
https://world.hey.com/dhh/how-to-recover-from-microservices-ce3803cc
«How to recover from microservices»

> e che è sensibilmente piu' "semplice" di tutto kubernetes (come
> biasimarlo?).

già: come? :-)

> Da qui, mi sorge un dubbio: quando si puo' dire di "utilizzare un 
> modello cloud"? Piu' in generale: che significato diamo al termine "cloud"?
>
> La domanda non e' cattiva...

eh certo che non è cattiva... è _uguale_ a "che significato diamo al
termine intelligenza artificiale"?

diciamo che non è _affatto_ "rocket science", OK? :-)

...anche se effettivamente nel 2011 il NIST ha definito le 5
caratteristiche essenziali della "scatola maggggica" contemporanea:
https://en.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing#Definition

...anche se effettivamente i sistemi operativi time-sharing del 1960
_sono_ cloud computing:
https://en.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing#History

...il che nel 2012 ha fatto scrivere alla commissione EU che «Cloud
computing has a range of defining features (which make a general
definition elusive)» [1] (definizione elusiva nello spazio-tempo,
n.d.r.)

come biasimarli?

[...]

> Vedo Atenei sostenere che vanno su cloud... perché "spostano" le VM 
> interne sull'infrastruttura VMware che Cineca mette a disposizione su 
> catalogo ACN/exAGID.

...annamo bene! (VMware... io sarei _letteralmemte_ terrorizzato!)

«Dove vuoi andare oggi?» B-) (cioè: dove /ti illudi/ che ti _portiamo_
oggi?)

> Poi mi giro... è mi vedo a deploiare --con tool di automazione-- 
> applicativi nativamente-cloud (kafka, opensearch, microservizi nodejs 
> stateless), sull'infrastruttura GARR-Cloud, facendolo (io) senza 
> utilizzare kubernetes (che tu citi), ma operando comunque con container 
> (docker), stateless (con persistenze su motori nativi-cloud) e con anche 
> livelli non banali di affidabilita'/resilienza (docker-swarm, nomad). 
> Sono, io, "cloud"?

nota a latere: tu sapresti fare /esattamente/ tutte quelle cose anche
partendo da bare-metal ;-)

bello: «il Cloud sono io!» :-)

...o forse stai "solo" facendo il sistemista con strumenti adeguati alle
infrastrutture IT odierne?

...forse qualcosa è andato storto negli ultimi 20 anni nei "reparti IT"
di organizzazioni grosse e piccole, che tutti si sentono inadeguati a
gestire la propria infrastruttura IT e preferiscono farsela gestire da
qualcun altro?

> Insomma: posso anche capire che l'esperienza di Heinemeier non sia 
> "accademicamente interessante" (...d'altronde a lui interessa il 
> business nudo e crudo), pero' sostenere il fatto che non sia "cloud"... 
> mi pare un pizzico eccessivo.

sì ma cos'è cloud?  Un sistema IT che ha tutte e 5 le caratteristiche
indicate dal NIST? (occhio che la domanda è a triplo tranello :-D )

> Da qui, ripeto, la domanda: secondo coloro che frequentano questo 
> gruppo... quand'e' che ci si puo' fregiare del titolo "siamo su cloud", 
> legittimamente?

"io me ne fregio"

> Io una mezza idea ce l'ho ma... se la applico, il numero di medagliette 
> che rilascio è *MOLTO* vicino a zero (perché per definirti "cloud", nel 
> mio mondo, devi partire dalle applicazioni... e non certo da quello che 
> hai. Risultato: nessuno lo fa...)

io ho un'altra domanda: è davvero importante trovare una definizione di
"Cloud computing"?

> BTW: Scopro solo ora che Heinemeier è il creatore di Ruby on
> Rails... [4]

he he he... sì è illo, l'azienda per la quale lavora - 37signals (aka
Basecamp) - vende applicazioni web programmate in Ruby On
Rails, l'ultima è il servizio email (superincompatibile) che si chiama
HEY

https://en.wikipedia.org/wiki/37signals

[...]

Saluti, 380°


[1] 
https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0529:FIN:EN:PDF

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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