Buongiorno, è imbarazzante questa fregola di pretendere di regolare per mezzo di leggi ogni singolo aspetto relativo all'uso dei mezzi di comunicazione... senza avere ben chiaro il contesto giuridico e _soprattutto_ tecnico relativo ai mezzi di comunicazione.
380° <g...@biscuolo.net> writes: [...] > https://www.orizzontescuola.it/sharenting-influencer-e-rischi-per-i-minori-proposta-di-legge-in-arrivo/ > > --8<---------------cut here---------------start------------->8--- > = Pericoli per i minori = I potenziali rischi della condivisione _pubblica_ di informazioni biometriche o dei metadati delle persone riguarda tutti, non solo i minori. Certo è che la posizione dei minori è più _svantaggiata_ rispetto ai maggiorenni perché sono i genitori - o i tutori legali - a scegliere per loro... ...però io mi domando se, almeno in materia di informatica, la stragrande maggioranza degli adulti non sia in realtà in condizione di minorità e non siano in realtà altri UberTutori a decidere per loro. > * Pedofilia: I contenuti pubblicati online, anche se apparentemente > innocenti, possono essere utilizzati da pedofili per alimentare i loro > abusi. La stessa cosa vale per qualsiasi gruppo sociale o individuo sottoposto ad abusi di qualsiasi natura > * Cyberbullismo: Le foto e i video dei bambini possono essere usati per > creare meme, insulti o altri contenuti offensivi, con gravi conseguenze > sulla loro reputazione e autostima. Ovviamente la stessa cosa vale per qualsiasi persona > * Diritto alla privacy: I minori non hanno la capacità di esprimere il > proprio consenso alla condivisione della loro immagine online. Lo > sharenting viola il loro diritto alla privacy e li priva del controllo > sulla propria identità digitale. Ma no! A tal proposito esiste l'art. 16 del GDPR. Mentre sono minori, sono i genitori a decidere per i figli in materia di privacy: chi altro dovrebbe decidere?!? ...semmai io darei alle persone il diritto di decidere in autonomia in merito alla propria privacy a partire dai 14 anni, semmai. > = Proposta di legge = > > La social media strategist e giornalista Serena Mazzini, Questa la pagina web dell'esperta: https://www.serenadoe.it/ [...] > = Misure alternative = > > Esistono modi alternativi per condividere i momenti speciali con i > propri figli senza esporli a rischi online. Alcune semplici precauzioni: > > * Limitare la condivisione a reti private: Condividere foto e video solo > con familiari e amici fidati, utilizzando piattaforme con impostazioni > di privacy adeguate. Non ho capito: potete ripetere per favore?!? «Reti private»: intendete dire che quel patetico escamotage «condividi con gli amici» equivale a una rete davvero privata? Per favore, siate seri! Condividere le foto di famiglia su "la mia famiglia" su Wazzupp o Terlagram è considerato sharenting o no? «Piattaforme con impostazioni di privacy adeguate»: di grazia, quali diavolo sarebbero?!? [...] > * Non condividere informazioni personali: Evitare di pubblicare dati > sensibili come il nome completo, la data di nascita o la scuola > frequentata. Questo dovrebbe valere per qualsiasi metadato sensibile: *mai* pubblicare a meno che siate veramente consapevoli che "il metadato è per sempre". > * Sensibilizzare i figli: Crescendo, è importante educare i figli sui > rischi della condivisione online e coinvolgerli nelle decisioni che > riguardano la loro privacy. Prima, però, sarebbe il caso che i genitori per primi si auto-educhino ai "rischi della condivisione online" e _non solo_: c'è un'abbondanza di schiaccianti evidenze tecniche che dimostrano che IL MEZZO è inadeguato alla comunicazione privata. Cari esperti di social media e opinionisti vari, è inutile che vi esercitiate in pittoreschi voli pindarici per cercare di tappare i buchi di un colabrodo che fate fatica a comprendere: non risolverete MAI il problema della riservatezza delle comunicazioni con questa internet. > Per approfondimenti in merito allo "sharenting": > https://en.wikipedia.org/wiki/Sharenting# dove c'è scritto: --8<---------------cut here---------------start------------->8--- Sharenting is a portmanteau of "sharing" and "parenting" describing the practice of parents publicizing a large amount of potentially sensitive content about their children on internet platforms. --8<---------------cut here---------------end--------------->8--- per cui questa branchia della sociologia è talmente consolidata che non si capisce nemmeno se pubblicare con restrizioni a amici e parenti sia da considerare "sharenting" oppure no; manco su _quale_ piattaforma potrebbe _non_ essere considerato sharenting --8<---------------cut here---------------start------------->8--- Priya Kumar suggests that recording life moments of children rearing is not a new practice: people have been using diaries, scrapbooks and baby log books as the media of documentation for centuries. --8<---------------cut here---------------end--------------->8--- Come se quelle pratiche corrispondessero a *pubblicazione* delle informazioni! Perché diavolo nel 2024 ancora non è possibile collezionare un album di foto (con didascalie varie) _online_ e condividerlo con amici a patrenti senza che /terzi/, alcuni estremamente potenti e motivati, siano in grado di accedere alle informazioni raccolte? Saluti, 380° -- 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego) «Noi, incompetenti come siamo, non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché» Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice but very few check the facts. Ask me about <https://stallmansupport.org>.
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