Buongiorno Alberto,

Interessantissima riflessione. Grazie del tuo pensiero.

"Quale dottrina giuridica difende, oltre all'individuo, la libertà delle
società di determinarsi autonomamente?"

Teoricamente, i diritti fondamentali (riconosciuti a livello nazionale,
regionale e internazionale) dovrebbero svolgere la funzione di difendere il
diritto degli individui di autodeterminarsi e come sottolinei  "There's no
such thing as society. There are individual men and women and there are
families."
Gli individui esprimono il loro diritto di autodeterminarsi, anche
socialmente.
Lo stato, frutto del diritto di autodeterminarsi, dovrebbe avere, tra le
sue funzioni, quella di garantire i diritti dei cittadini, disciplinando il
loro esercizio.

Quello che sta avvenendo, pero', e il passaggio della funzione legislativa
dallo stato alle aziende private, che si auto-regolano e regolano la
societa' influenzandola e, nel caso degli hypernudge, manipolandola.
Credo sinceramente che i singoli stati dovrebbero riprendersi l'obbligo di
tutelare gli individui, impedendo ad una oligarchia di fatto non eletta di
dettare le regole del comportamento sociale.

Un saluto.

Stefano









*Stefano Faraoni*



*Founder and DirectorAvvocato Patrocinante in CassazioneAdjunct Professor
in Legal English, University of TurinPGR in AI Law, University of York*

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On Tue, Jul 18, 2023 at 10:52 PM Alberto Cammozzo <ac+n...@zeromx.net>
wrote:

> Buongiorno,
>
> grazie per l'articolo molto chiaro e ricco di riferimenti tecnici e
> giuridici.
>
> Mi permetto di evidenziarne succintamente alcuni punti per chi non l'ha
> letto, sperando di non travisare.
>
> La prospettiva dell'applicazione massiva dell'hypernudging è che chi
> detiene le informazioni sugli individui ha la facoltà di 1) scegliere chi
> manipolare e 2) usare le strategie più efficaci per influenzarne le
> decisioni, senza che 3) l'interessato sappia di essere oggetto di un
> tentativo di persuasione.
>
> Di conseguenza non solo viene violata la sua privacy, ma viene minata la
> capacità dell'individuo di formarsi opinioni autonome e di compiere scelte
> razionali conseguenti, quando non viene danneggiato sul piano psichico ed
> economico.
>
> Questo nonostante esista una formidabile mole di dottrina filosofica e
> giuridica, radicata nella concezione kantiana di autonomia, che sancisce il
> diritto, o meglio la libertà, di esercitare tali capacità.
>
> Per contrastare il consolidarsi del macchinismo di cui sopra è richiesta
> la tutela del diritto alla sovranità o *libertà cognitiva*: il non essere
> misurati e analizzati perché sia mantenuta l'auto-determinazione mentale.
>
> Questo diritto è distinto da quello della libertà di espressione in quanto
> la formazione del pensiero anticipa la sua espressione: se la formazione
> del pensiero non è libera, non lo sarà né l'espressione né gli atti che ne
> conseguono. E -incidentalmente- la persona non potrà nemmeno essere
> considerata responsabile di atti compiuti seguendo pensieri non formati
> liberamente.
>
> Se ho compreso bene la testi esposta, che mi sembra del tutto
> condivisibile, il *condizionamento* del pensiero su scala e con metodo
> industriale mina la libertà di formare un pensiero individuale autonomo,
> che va difesa tutelandola come un diritto distinto da quello di espressione.
>
> Mi chiedo tuttavia se non sia possibile ampliare il punto di vista
> guardando anche agli effetti sociali oltre che a quelli giuridici centrati
> sull'individuo.
>
> Infatti un ruolo analogo a quello del condizionamento dell'hypernudging è
> da sempre svolto dal contesto culturale e sociale.
>
> Il pensiero individuale, pur libero, non si forma nel vuoto di una pura
> razionalità, ma nel contesto relazionale, culturale e sociale che da sempre
> ha posto i vincoli e le *condizioni* all'interno dei quali può
> esprimersi. Tanto che diverse culture e diversi contesti sociali in diverse
> epoche storiche declinano differentemente questa medesima libertà, ed
> eventualmente giungono a proteggere o negare diritti diversi. Il contesto
> pone condizioni e limiti all'individuo affinché formi e trasmetta
> determinati pensieri, e al contrario non possa formare e diffondere
> pensieri contrari o pericolosi (ideologicamente, religiosamente,
> filosoficamente) per il contesto stesso. In questo modo un contesto
> culturale e sociale si riproduce tra generazioni, e grazie a mutazioni e
> ibridazioni culturali, evolve.
>
> Il pensiero individuale è dunque sempre stato condizionato, ma
> *socialmente*: la differenza significativa introdotta
> dall'industrializzazione delle relazioni personali è che ora può essere
> condizionato da una oligarchia industriale, seguendo ragioni non più
> interne alla società, ma esterne, e in particolare secondo determinanti
> economiche di remunerazione del capitale, e con tempi ridotti rispetto a
> quelli dei mutamenti sociali. In aggiunta, viene a mancare il dibattito
> interno alla società che porta al mantenimento o alla mutazione delle
> condizioni di riproduzione delle relazioni sociali.
>
> Guardando da questa prospettiva, gli attori dell'industria della
> sorveglianza si stanno appropriando del controllo esercitato
> originariamente dalla collettività sociale per sostituirvisi ovunque sia
> possibile monetizzarlo. L'attore commerciale tende a sostituirsi al
> contesto culturale all'interno del quale veniva esercitato il
> condizionamento sociale del pensiero.
>
> Se questo avvenisse in scala, metterebbe in gioco non solo la libertà
> individuale, ma la capacità delle relazioni sociali di riprodursi.
>
> Il pensiero della Thatcher, se ricordo bene, era "There's no such thing as
> society. There are individual men and women and there are families."
>
> Quale dottrina giuridica difende, oltre all'individuo, la libertà delle
> società di determinarsi autonomamente?
>
> Credo che cada a proposito quanto leggiamo nel thread sull'antitrust in
> questa stessa lista.
>
> Un saluto,
>
> Alberto
>
>
>
>
> On 04/07/23 09:32, Stefano Faraoni wrote:
>
> Buongiorno a tutti,
>
> Leggo questa mailing list con estremo piacere da tempo, e oggi per la
> prima volta provo a contribuire.
>
> Il mio articolo "Persuasive Technology and computational manipulation:
> hypernudging out of mental self-determination" e' appena stato pubblicato
> da Frontiers on Artificial Intelligence, e spero possa farvi piacere
> leggerlo.
>
> https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/frai.2023.1216340/full
>
> Parla di manipolazione computazionale, dark patterns e hypernudge, e della
> necessita' di riconoscere un nuovo diritto fondamentale, il diritto alla
> sovranita' cognitiva o autodeterminazione mentale.
>
> Un saluto a tutti.
>
> Stefano
>
>
> *Stefano Faraoni*
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