Ciao Antonio,

ti assicuro che non intendevo attribuirti l'opinione dell'autore
dell'articolo e mi scuso se in qualche modo le mie parole possono
essere state fraintese in questo senso.

> Detto questo, non credo sia pratico né sostenibile leggersi il codice
> di tutti i componenti aperti che si vogliono riusare. 

Ahimé, nessuno legge le licenze. :-(

```
THE SOFTWARE IS PROVIDED "AS IS", WITHOUT WARRANTY OF ANY KIND, EXPRESS
OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO THE WARRANTIES OF
MERCHANTABILITY, FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE AND NONINFRINGEMENT.

IN NO EVENT SHALL THE AUTHORS OR COPYRIGHT HOLDERS BE LIABLE FOR ANY
CLAIM, DAMAGES OR OTHER LIABILITY, WHETHER IN AN ACTION OF CONTRACT,
TORT OR OTHERWISE, ARISING FROM, OUT OF OR IN CONNECTION WITH THE
SOFTWARE OR THE USE OR OTHER DEALINGS IN THE SOFTWARE.
```
https://opensource.org/licenses/MIT

Clausole simili sono presenti in TUTTE le license open source (ed anche
in tutte le license proprietarie!)

La disponibilità dei sorgenti è ciò che caraterizza il codice open
source (paradossalmente, persino di più del software libero, che è
caratterizzato dalle libertà, di cui la disponibilità del software è
solo precondizione dell'esercizio [1]).

Se quei sorgenti non vengono studiati e nemmeno letti tale
caratteristica definitoria viene completamente meno.


Quindi chi installa software open source di cui non legge i sorgenti
corre ESATTAMENTE gli stessi rischi che corre installando software
proprietario. In particolare, software proprietario che non paga.

ESATTAMENTE gli stessi rischi che corre usando il software
preinstallato su Windows o il software preinstallato su Android.
ESATTAMENTE gli stessi rischi che corre usando software proprietario
trovato su un sito qualsiasi internet.


> credo che il fattore fiducia/sicurezza sia importante per tutti

Attenzione che io non credo affatto si possa fare a meno della fiducia
in un sistema cibernetico complesso.

Trustless significa solo opaco e primo di responsabilità riconducibili.

Io mi fido degli sviluppatori dei software liberi che utilizzo perché
ci parlo, ne frequento le comunità e perché quando ho un dubbio ne leggo
i sorgenti. Quando non posso e sono costretto a fidarmi, prendo
precauzioni. Alcune rare volte, che posso letteralmente contare sulle
dita di una mano accetto consapevolmente il rischio.
Uno di questi casi è Linux, di cui ho letto molte parti, ma
è che troppo vasto e complesso per una seria lettura completa.

Tuttavia nel caso delle aziende, non è questione di praticità o
sostenibilità: è SOLO una questione di costi e profitti.


Ed esiste sempre almeno un'alternativa: non usare quel software.


> Invece una via  di mezzo dalla cieca adozione è analizzarli con
> strumenti che possano verificare qualità del software, inclusa la
> sicurezza, e poi testarli approfonditamente. 

Sicuramente.
Se le aziende effettuassero analisi statica ed investissero in sistemi
di verifica formale automatizzata del software libero, avrebbero molte
meno sorprese.

Perché non lo fanno?
Perché tanto scaricano i rischi sui clienti/utenti.

E quando qualcosa va male è colpa degli sviluppatori cattivi!


Tuttavia è ridicolo pensare che senza una lettura accurata sia
possibile detectare uno spyware ad esempio, che viene progettato per
non essere identificabile: se un software funziona da specifiche ma
invia i dati degli utenti ad un ente ostile potrà facilmente
aggirare i sistemi di controllo automatizzato.

E qualche volta non sarà nemmeno necessario: pensa a Google Chrome che
invia qualsiasi cosa venga scritta nella omnibox prima ancora che venga
premuto il tasto Invio!

Con il giusto marketing, anche il malware diventa una "feature"! :-D
 

> Su entrambi gli aspetti  ci feci ricerca alcuni anni fa, il problema
> è complesso e il tema sembra ancora aperto a giudicare dalle nuove
> pubblicazioni che vedo nei programmi di molte conferenze.

Leggerei volentieri la tua ricerca sul tema e tutte quelle che puoi
condividere.

Tuttavia permettimi di farti notare che con questo problema io ci
convivo quotidianamente da 20 anni! :-D


Quando dico che l'informatica è una disciplina ancora primitiva, faccio
riferimento anche a questo.


Ma perché così tanto software è scritto in un linguaggio ridicolo come
JavaScript? Un hack di 10 giorni di un neolaureato letteralmente
impossibile da sottoporre ad una verifica statica esauriente?

Perché la verifica formale del software non viene mai nemmeno presa in
considerazione da "piccole imprese, no profit, scuola, ecc" ?

Perché la lettura dei sorgenti è "insostenibile"?


Perché si pretende di esternalizzare le competenze.
E l'open source permette di farlo a costo zero.

Ti bastano un paio di programmatori sottopagati per costruire
applicazioni apparentemente funzionanti (ma insicure, instabili etc...)
perché riutilizzi componenti di altissima qualità scritti da
sviluppatori che non paghi.


Ma senza competenze sei vulnerabile. Il tuo software è vulnerabile.

E questo resterà vero sempre: è per questo che tutti dovrebbero
essere in condizione di debuggare il software che eseguono!
Perché altrimenti diventano inevitabilmente ingranaggi vulnerabili!


E nel momento in cui "piccole imprese, no profit, scuola, ecc"
diventano dipendenti da questo sistema di sviluppo, normalizzano
lo sfruttamento che lo caratterizza.


Per questo l'OSI si strappa le vesti: perché ci sono sviluppatori che
OSANO rendere evidente la dinamica di potere e sfruttamento su cui si
basa l'informatica contemporanea! Osano vedere il bluff!


Ma se invece di esternalizzare le competenze cercassimo di acquistarle?
Se trattassimo il software come CULTURA?

Leggere i sorgenti delle proprie dipendenze non sarebbe visto come una
perdita di tempo insostenibile o poco pratica, ma come una attività
fondamentale ed estremamente arricchente non solo per lo sviluppatore,
ma per la comunità/azienda/scuola che lo paga!


E' una fortuna che, ogni tanto, qualche sviluppatore ricordi a tutti
che chi non legge i sorgenti, accetta proprio che il software faccia
quel che gli pare! By design! Nella licenza!


Penso (e spero) che questo tipo di proteste si diffonderà sempre di più.

A poco varranno le lacrime di coccodrillo che scorrono a fiumi.


Ci portiamo i mezzi di produzione saldamente ancorati al collo.
Siamo pronti ad usarli. E siamo capaci. Perché non dovremmo?


Giacomo

[1] https://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html
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