Scusate:
Ieri sono stato costretto da ospedale Monza a pagare una cartella clinica
con PagoPA.

Un cinema a partire dall'uso dello Spid.
Mezz'ora transitando dal mio conto corrente (non ho cmq aderito a PagoPA) e
alla fine del processo c'era una ricevuta per l'ospedale piena di miei dati.

Ho chiesto inutilmente di pagare con. Bonifico.
Idem per spedizione contrassegno, due cose "normali" un tempo.

L'alternativa era più vessatoria: andare a Monza da Milano e pagare in
contanti al CUP previa kilometrica fila.

Domanda:
ma è LEGALE  una cosa del genere?

Se non lo è fornitemi benzina e io faccio un esposto alla magistratura.
D'accordo. Non servirà, direte voi.
Ma esiste anche la dignità.

Si può fare tramite PEC.

Io di fronte a cose del genere mi sento letteralmente violentato.

Grazie per le info operative che state dando sui telefoni degloogghizzati.

Grazie. Cordialità varie.
Joanne Maria Pini

Il gio 3 feb 2022, 09:46 Damiano Verzulli <dami...@verzulli.it> ha scritto:

> Conosco bene il tema in oggetto, in quanto lo scorso 02/01 mi sono
> DE-Googlizzato.
>
> Di fatto, ho recuperato un vecchio smartphone e ci ho installato sopra
> una distribuzione Android "libera" (quella Open-Source) e:
> 1- NON ho configurato l'account Google;
> 2- NON ho installato le G-Apps [ossia tutto lo stack di applicativi e
> servizi cui molte app possono far riferimento];
>
> Faccio notare che il punto 2 implica l'impossibilita' di utilizzo (fra
> gli altri) di Google Maps e Google Play Store.
>
> È una esperienza che consiglio a tutti (specie ai NON tecnici), perché
> probabilmente è il sistema migliore (e piu' rapido) per capire quanto
> sia pervasiva (e subdola) la "dipendenza" che oggi il 99,9999% degli
> utilizzatori di smartphone Android (ed il 100% degli utilizzatore di
> iOS) subisce passivamente.
>
> Il fatto che una delle mie banche (IntesaSanPaolo, ramo "privati") *NON*
> mi consenta più l'uso dell'APP... è un conto.
>
> Il fatto che una banca dello stesso gruppo (IntesaSanPaolo, ramo
> "aziende") mi consenta l'uso dell'APP, ma "avvertendomi" che "..non
> supportiamo questo dispositivo..", è un interessante spunto di riflessione.
>
> Ma il fatto che l'app InfoCERT (mio provider SPID) dica: "MyInfoCert non
> funzionerà senza Google Play Services, non supportati dal tuo
> dispositivo" è un altro conto ancora. Molto piu' grave.
>
> Stante l'importanza di SPID, mi ero preparato e sapevo che con Lepida
> (nei confronti della quale mi levo il cappello) avrei potuto utilizzare
> SPID (in particolare, il secondo fattore di autenticazione) utilizzando
> _ESCLUSIVAMENTE_ tecnologie "open".
>
> Ho quindi aperto un nuovo SPID con Lepida e, nel giro di pochissimo
> tempo, sono effettivamente riuscito a configurare il rispettivo servizio
> SPID **SENZA** utilizzare niente altro che uno smartphone "libero" e
> applicazioni F/OSS.
>
> Questo aspetto mi ha fatto riflettere: probabilmente è la migliore
> dimostrazione di quel "pericolo di centralizzazione" cui Stefano
> Quintarelli ha fatto piu' volte riferimento. SPID è "distribuito" e cio'
> mi ha permesso di "cambiare provider", scegliendone uno che fosse
> "open-source friendly". Cosa sarebbe successo se SPID fosse stato
> centralizzato e l'unico provider... NON fosse stato open-source friendly?
>
> Tutto cio' premesso....
>
> Il 02/02/22 14:24, 380° ha scritto:
> > [...]
> > Questa è una storia di ordinaria sudditanza digitale imposta dai
> > burocrati che "fanno le cose" APPOSITAMNETE a metà [non venite a
> > dirmi che si tratta di ignoranza o stupidità, non credo
> > a Babbo Natale da un pezzo]
>
> ...non credo affatto a questo scenario di "sudditanza imposta
> 'by-design'". L'esperienza maturata [da esterno] dietro le scrivanie di
> un ufficio tecnico di un medio Ateneo Italiano... ed il confronto che ho
> sempre cercato con i miei "omologhi" in giro per il Paese.... ha
> fortemente radicato in me la convinzione che il problema è piu'
> complesso: da tempo si è persa la capacità di "governare" lo sviluppo
> ICT, a tutti i livelli; in particolare a quelli apicali.
>
> La mancanza di "sensibilita' ICT" porta le governance a trattare l'IT
> come poco piu' che "accessorio" alla propria organizzazione. E di
> conseguenza, ad una disattenzione nella scelta dei propri dirigenti che
> produce conseguenze devastanti. Su questo punto, resta per me un "faro"
> la "Relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla
> digitalizzazione e l’innovazione della PA" [*] che a pagina 139 dice:
>
> =============================
>
> "La mancanza di adeguate competenze interne impedisce alla PA di
> contrattare adeguatamente con i fornitori, di progettare correttamente
> le soluzioni necessarie, di scrivere bandi di gara che selezionino il
> prodotto o il servizio piu' adeguato e aperto a nuove implementazioni [...]
> La mancanza di competenze adeguate, soprattutto nei livelli apicali
> [...] porta  al rischio sistematico di impiego inefficiente di denaro
> pubblico, in alcuni casi vero e proprio spreco. [...]
> L'analisi dei curricula dei responsabili della transizione digitale
> [RTD] rende difficile affermare che il comma 1ter dell'articolo 17 del
> CAD [...che ha istituito tale figura...] sia rispettato, e cioe' che "il
> responsabile dell'ufficio (...) è dotato di adeguate competenze
> tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali", in alcuni casi
> per stessa ammissione dei responsabili durante le audizioni"
>
> =============================
>
> Come si fa, alla luce di quanto sopra, a sostenere che l'esistenza di
> dinamiche di lock-in da parte di Google rispetto ai servizi SPID sia
> _VOLUTA_?
>
> Scusandomi per la citazione, il "Rasoio di Hanlon" mi pare decisamente
> piu' appropriato.
>
> > [...]
> > (c'è tanto da fare per le persone di buona volontà) ma siamo /zavorrati/
> qui.
>
> Sul fatto che ci sia tanto da fare... direi che su questa lista siamo
> tutti d'accordo.
>
> Io, pero', continuo ad essere estremamente critico sul fatto che quello
> che si fa, è ancora poco. Molto poco. E ci sono moltissimi margini di
> miglioramento....
>
> Sostenere di essere "zavorrati" è la scelta piu' semplice. Ridurre la
> dimensione della "zavorra" e spendere l'energia ritrovata in qualcosa di
> concreto.... è un'altra cosa.
>
> Questa lista, le splendide persone che ne fanno parte, le discussioni
> che la animano.... il Centro Nexa... il contesto nel quale si muove
> (PoliTO)... Tutto questo è una miscela "esplosiva", dal potenziale
> enorme. Vorrei ci adoperassimo un po' tutti... ed un po' di piu'... a
> de-zavorrarci, per recuperare energie da spendere sui temi a noi cari.
>
> A proposito: dato che la Relazione della Commissione Parlamentare è
> datata 13/10/2020 e che la prima audizione (rif. pag. 145)risale a
> 11/2016... perche' non provare a sentire i componenti e, magari,
> organizzare un bel webinar di approfondimento/discussione con loro? Il
> Centro NEXA avrebbe certamente l'autorita' per farlo... :-)
>
> Un caro saluto,
> DV
>
>
> [*]
>
> https://docs.italia.it/media/pdf/relazionecommissionedigitale-docs/bozza/relazionecommissionedigitale-docs.pdf
>
> --
> Damiano Verzulli
> e-mail: dami...@verzulli.it
> ---
> possible?ok:while(!possible){open_mindedness++}
> ---
> "...I realized that free software would not generate the kind of
> income that was needed. Maybe in USA or Europe, you may be able
> to get a well paying job as a free software developer, but not
> here [in Africa]..." -- Guido Sohne - 1973-2008
>     http://ole.kenic.or.ke/pipermail/skunkworks/2008-April/005989.html
>
> _______________________________________________
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> https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa
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