Buongiorno Giuseppe,

grazie per l'interessantissimo commento

Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it> writes:

[...]

> Questo però richiede corpora di allenamento misti e ben annotati, ciò
> che chiamo Human-in-the-loop

meno male, cominciavo a sentirmi superato :-)

scherzi a parte, ne consegue che non è il caso che qualcuno sia (o si
senta) più human-in-the-loop di altri, no?  Quindi ogni umano deve avere
la possibilità di /partecipare/ all'annotazione dell'insieme dei corpora
(codici) che costituiscono l'insieme della conoscenza umana, chi non
partecipa è /eterodiretto/

> e che distingue l’AI dalla semplice statistica,

io non ho ancora capito in cosa l'AI sia differente dalla capacità
(statistica) di rilevare /correlazioni/ tra osservazioni (campionate) in
modo sempre più preciso, però ammetto di essere ignorante sui principi
di funzionamento delle tecniche di elaborazione dell'AI

> che ancora non sono facili da trovare, specialmente nel settore medico

ma allora perché non chiamare l'intera questione "intelligenza (umana)
aumentata" invece di "intelligenza artificiale", considerato che l'umano
nel giro del fumo /evidentemente/ è quello che da significato a quello
che osserva?

perché nell'immaginario collettivo invece di pensare l'AI come un
"essere onniscente automatizzato" non la consideriamo una sorta di
"Google Search" più /semanticamente/ raffinata? ...ammesso e non
concesso di saper usare anche solo una semplice Google Search

in altre parole: nel rapporto con la tecnologia, quindi con l'AI, è
l'essere umano che /deve/ decidere sulla base di quello che impara e NON
limitarsi a eseguire le decisioni o accettare le "diagnosi"
(correlazioni?) che forniscono le macchine come se avessero senso
indipendentemente da noi

> a causa di questioni di privacy.

eh no, per favore no: esistono svariati metodi che permettono di
anonimizzare in modo ragionavolmente strong qualsiasi dato medico,
partendo dalla minimizzazione dei "dati traccianti"

piuttosto, io sono più che convinto che si tratti di questioni di
privatizzazione della conoscenza, qualcuno la chiama proprietà
intellettuale :-O

che fine fanno i corpora annotati di tutti i progetti di AI gestiti da
multinazionali private?  La stessa fine che fanno i dati di Google Maps?

> Insomma occorre trasferire le competenze umane attraverso
> l’apprendimento dal comportamento degli esperti umani,

chiedo scusa Giuseppe ma ancora non è chiaro (mi pare) come funzioni
l'apprendimanto (e l'intelligenza) degli esseri umani e tu dici che è
possibile trasferire queste competenza alle macchine?

se così fosse, allora arriverà un giorno in cui le macchine avranno le
competenze per "ben annotare corpora" autonomamente?

[...]

saluti, 380°

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

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