Ciao Enrico, Carlo ed a tutti coloro che hanno partecipato a questo
interessantissimo scambio.


On Fri, 5 Nov 2021 14:48:50 +0100 Enrico Nardelli wrote:

> La lotta per la privacy è lotta per la democrazia

Sottoscrivo.

La lotta per la privacy è lotta per la democrazia cibernetica.
Ed è una lotta contro inediti totalitarismi cibernetici.

Ho alcune domande, che spero di riuscire a formulare in modo chiaro.


Nella Storia antica e recente [1] l'evoluzione delle dinamiche
organizzative nelle società umane sono sempre state rese possibili
dall'innovazione  tecnologica.

A sua volta, l'innovazione tecnologica dipende probabilisticamente
dalle conoscenze disponibili in un dato momento storico, nonché dalla
capacità dell'umanità di elaborarle, sia intesa come potenza cognitiva
collettiva (analoga, se volete alla potenza di "calcolo" di una
griglia di computer) sia alle risorse effettivamente disponibili da
dedicare a tale elaborazione[2].

L'automatizzazione della stampa ha reso possibile la democrazia perché
ha decentralizzato non solo l'accesso alla conoscenza, ma la sua
produzione.

La democrazia però non è venuta da sola: in Italia, ad esempio, è stata
necessaria una guerra civile per instaurarla e di fatto è sempre stata
drammaticamente fragile, per poi essere trasformata in una farsa da
20 anni di governo P2ista.


La democrazia non è dunque molto diversa dalla protezione del clima,
rispetto alle considerazioni che faceva Enrico: si diffonde laddove
conviene a chi detiene il potere e si sfalda laddove quel potere si
scollega dalle procedure democratiche.

Ma l'entità del potere dipende dalla complessità dell'organizzazione
governata, complessità che dipende direttamente dalla tecnologia
disponibile. [3]


Con il processore general purpose e la rete internet, l'informatica ha
prodotto un nuovo notevolissimo aumento di complessità, che abilita
nuove ed inedite dinamiche societarie, persino su scala planetaria.


La società cibernetica non è più la società del 900.
Di conseguenza è probabile che la democrazia (intesa in senso
novecentesco) sia destinata a lasciare il passo a nuove forme di
organizzazione.

QUALI forme, non è (spero) ancora del tutto determinato.
(o almeno assumiamo, per piacere di ragionamento, che non lo sia)


Ora in una società cibernetica, la comunicazione dovrebbe rendere gli
individui più liberi, decentralizzando infintamente la possibilità di
accesso alla conoscenza ed alla produzione di conoscenza.

E di questo siamo più o meno consapevoli tutti: l'accesso ai dati
che esprimiamo (contenuti e software) è finalmente distribuito ed i
vecchi gatekeeper faticano a continuare ad estorcere potere e ricchezza
alla società attraverso istituti sorpassati come il copyright o i
paywall.

Invece dei dati personali, i dati che emettiamo, non abbiamo alcuna
consapevolezza, sebbene costituiscano la stragrande maggioranza dei
dati inviati dagli automatismi che ci circondano.

Le nuove forme di governo della società cibernetica saranno determinate
dal controllo dei dati personali.

Se tale controllo fosse centralizzato, nelle mani di pochi, avremo una
oligarchia (e plutarchia) cibernetica con un potere che non ha
precedenti nella storia, semplicemente perché INVISIBILE.

Per decentralizzarlo, perché ognuno controlli DAVVERO i propri dati è
necessaria consapevolezza e cultura informatica che in questo momento
mancano drammaticamente [4].


Ecco dunque le mie domande: quali condizioni hanno reso appettibili in
passato gli sconvolgimenti sociali che hanno portato alla democrazia?
E' possibile ricrearli in un contesto cibernetico secondo voi?


In astratto, se non ci interessasse del futuro dei nostri figli,
potremmo rifugiarci in Platone ed aspettare che l'oligarchia cibernetica
sfoci in una violenta tirannide e successivamente in una democrazia.

Tuttavia l'informatica non è come le rivoluzioni precedenti: chi
controlla i dati personali di una persona/popolazione E media la sua
percezione della realtà, può manipolarla in modo invisibile.

E' una leadership senza leader visibili.
Una tirannide senza un tiranno da abbattere.

Una volta instaurata, temo che durerebbe per secoli.
NON è qualcosa di comparabile con ciò che ci ha preceduto perché
incomparabile è l'innovazione informatica che la abilita.

Per questo è necessario (se ancora possibile) evitare che si installi.


Giacomo

[1] oserei anche dire nella preistoria, se è vero che distinguiamo
    l'età della pietra da quella del bronzo e del ferro.

[2] ogni mente umana può partecipare alla elaborazione della nostra
    cultura collettiva come un core di un processore può partecipare
    alla esecuzione di un software, ma vi sono poi fattori e colli di
    bottiglia nell'accesso alle altre risorse, esattamente come una
    mente umana non può occuparsi della fusione fredda o della lotta
    alla criminalità se non ha da mangiare.

[3] Cesare aveva meno potere di Biden, semplicemente perché la
    complessità organizzativa della Roma antica era infinitamente
    inferiore a quella degli Stati Uniti (e colonie), tant'è che una la
    descriviamo nei libri di storia, l'altra no.

[4] Tant'è che anche nell'articolo di Carlo troviamo "Digitate su
    Google"
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