Guardando da pessimista:nella "Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese 2025" non si legge MAI la parola open source!
Guardando da ottimista: ieri l'Europa ha pubblicato il rapporto “The impact of Open Source Software and Hardware on technological independence, competitiveness and innovation in the EU economy” https://innovazione.gov.it/notizie/articoli/il-valore-dell-open-source-per-un-europa-digitale-indipendente-e-competitiva/ Dita incrociate e soprattutto non molliamo! Flavia *Questo documento è digitale e vorrei che (digi)tale restasse :) * *Please consider the environmental impact before printing this e-mail* *Avviso di riservatezza* *Le informazioni contenute nella presente comunicazione e i relativi allegati sono destinate esclusivamente alle persone o alla Società sopraindicati. La diffusione, distribuzione e/o copiatura del documento trasmesso da parte di qualsiasi soggetto diverso dal destinatario è proibita ai sensi dell'art. 616 c.p., che ai sensi del D.Lgs 196/2003. Se avete ricevuto questo messaggio per errore vi preghiamo di distruggerlo e di informarmi immediatamente.* Il giorno mar 28 set 2021 alle ore 10:31 Angelo Raffaele Meo < angelo....@polito.it> ha scritto: > Noi, sostenitori del software libero, dobbiamo registrare l'ennesima > clamorosa sconfitta, con gravissimo danno per l'economia del nostro Paese. > > Avevamo scritto una lettera ai membri del nuovo governo che partiva > dalla manifestazione del timore che l'attuazione del PNRR diventasse una > nuova opportunità di business per i soliti noti. Non abbiamo ricevuto > risposta. Non ho mai sentito pronunciare le due parole "software libero" > da un membro del nuovo governo. Un autorevole ministro ha teorizzato:"La > tecnologia italiana è arretrata. Dobbiamo basarci sulle tecnologie di > altri paesi". Il "codice dell'amministrazione digitale" è > sistematicamente violato a favore dei soliti noti. Le bozze che leggo > sui programmi del PNRR confermano l'impressione di disegni di business a > favore dei soliti noti, come teorizzato dallo slogan ricorrente > "collaborazione pubblico-privato". > > Temo che il potere del denaro, associato alla consuetudine della > corruzione, sia per noi imbattibile. > > Raf > > Il 27/09/21 21:00, Italo Vignoli ha scritto: > > Leggendo questo articolo > > ( > https://www.ilsole24ore.com/art/da-milano-team-colao-obiettivo-digitale-roberta-cocco-rimangono-servizi-cittadini-AEO4dbl?refresh_ce=1), > > > la risposta è (1) il software verrà comprato da Microsoft. Roberta > > Cocco è dipendente Microsoft dal 1991 e dirigente dal 2007 (o > > dintorni) con un significativo portafoglio di azioni Microsoft, e sul > > suo profilo LinkedIn non fa mistero di essere sia assessore alla > > trasformazione digitale del comune di Milano sia National Plans > > Development Director di Microsoft Italia, con un enorme conflitto di > > interessi (che probabilmente in Italia è una cosa senza senso). > > > > On 9/27/21 8:11 PM, Antonio Iacono wrote: > >> Con decreto del 6/8/2021 [1] le risorse finanziarie previste per > >> l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e > >> Resilienza (PNRR) sono state assegnate alle singole Amministrazioni. > >> > >> Conoscendo, un po', come sono andate nel passato le cose, ogni > >> amministrazione prenderà quei soldi e farà di testa propria. > >> Ora, quando si tratta di "Borse di studio per l'accesso > >> all'università" è normale che se ne occupi il MUR e, per dire, del > >> "Rafforzamento mobilità ciclistica " il MIMS, ma la stessa cosa non > >> vale per il "digitale". > >> E dato che il termine è abbondantemente presente, assieme a > >> piattaforme, applicativi, portali per i quali, ovviamente, sempre di > >> digitale si sta parlando, una riflessione (mi) sorge spontanea. > >> Ma qualcuno a coordinare il tutto ci sarà? > >> Capisco che il PNRR inaugurerà il periodo delle "vacche grasse" e > >> discettare di riuso e condivisione (di idee, di soluzioni, ecc.) può > >> apparire anacronistico, ma è veramente così? > >> Piattaforme, portali, ecc. tanti nomi per indicare quello che è, più o > >> meno, un sito web. Considerato che l'hardware non si comprerà, perché > >> sostituito dal cloud, è al software che andranno questi soldini. > >> Bene, è, o sarà, possibile in futuro sapere se: > >> 1) Il software verrà comprato (e da chi) > >> 2) Il software verrà scritto (e da chi) > >> 3) Il software verrà scambiato (con chi) > >> 4) Il software sarà pubblico, sarà aperto, potrò leggerlo, > >> confrontarlo, analizzarlo? > >> E questo, parafrasando Juan Carlos, mi "interessa moltissimo". > >> Perché quando domani i miei figli mi chiederanno, ma papà i 20/30 > >> miliardi di euro (a spanne la parte afferente il digitale), che ora ci > >> tocca restituire, a cosa vi sono serviti nei "lontani" anni venti, > >> potrò tentare di rispondere. > >> > >> A. > >> > >> [1] https://www.camera.it/temiap/2021/09/20/OCD177-5087.pdf > >> _______________________________________________ > >> nexa mailing list > >> nexa@server-nexa.polito.it > >> https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa > >> > _______________________________________________ > nexa mailing list > nexa@server-nexa.polito.it > https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa >
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