Guardando da pessimista:nella "Strategia per l’innovazione tecnologica e la
digitalizzazione del Paese 2025" non si legge MAI la parola open source!


Guardando da ottimista: ieri l'Europa ha pubblicato il rapporto “The impact
of Open Source Software and Hardware on technological independence,
competitiveness and innovation in the EU economy”

https://innovazione.gov.it/notizie/articoli/il-valore-dell-open-source-per-un-europa-digitale-indipendente-e-competitiva/


Dita incrociate e soprattutto non molliamo!


Flavia


*Questo documento è digitale e vorrei che (digi)tale restasse :) *


*Please consider the environmental impact before printing this e-mail*


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*Le informazioni contenute nella presente comunicazione e i relativi
allegati sono destinate esclusivamente alle persone o alla Società
sopraindicati. La diffusione, distribuzione e/o copiatura del documento
trasmesso da parte di qualsiasi soggetto diverso dal destinatario è
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avete ricevuto questo messaggio per errore vi preghiamo di distruggerlo e
di informarmi immediatamente.*


Il giorno mar 28 set 2021 alle ore 10:31 Angelo Raffaele Meo <
angelo....@polito.it> ha scritto:

> Noi, sostenitori del software libero, dobbiamo registrare l'ennesima
> clamorosa sconfitta, con gravissimo danno per l'economia del nostro Paese.
>
> Avevamo scritto una lettera ai membri del nuovo governo che partiva
> dalla manifestazione del timore che l'attuazione del PNRR diventasse una
> nuova opportunità di business per i soliti noti. Non abbiamo ricevuto
> risposta. Non ho mai sentito pronunciare le due parole "software libero"
> da un membro del nuovo governo. Un autorevole ministro ha teorizzato:"La
> tecnologia italiana è arretrata. Dobbiamo basarci sulle tecnologie di
> altri paesi". Il "codice dell'amministrazione digitale" è
> sistematicamente violato a favore dei soliti noti. Le bozze che leggo
> sui programmi del PNRR confermano l'impressione di disegni di business a
> favore dei soliti noti, come teorizzato dallo slogan ricorrente
> "collaborazione pubblico-privato".
>
> Temo che il potere del denaro, associato alla consuetudine della
> corruzione, sia per noi imbattibile.
>
> Raf
>
> Il 27/09/21 21:00, Italo Vignoli ha scritto:
> > Leggendo questo articolo
> > (
> https://www.ilsole24ore.com/art/da-milano-team-colao-obiettivo-digitale-roberta-cocco-rimangono-servizi-cittadini-AEO4dbl?refresh_ce=1),
>
> > la risposta è (1) il software verrà comprato da Microsoft. Roberta
> > Cocco è dipendente Microsoft dal 1991 e dirigente dal 2007 (o
> > dintorni) con un significativo portafoglio di azioni Microsoft, e sul
> > suo profilo LinkedIn non fa mistero di essere sia assessore alla
> > trasformazione digitale del comune di Milano sia National Plans
> > Development Director di Microsoft Italia, con un enorme conflitto di
> > interessi (che probabilmente in Italia è una cosa senza senso).
> >
> > On 9/27/21 8:11 PM, Antonio Iacono wrote:
> >> Con decreto del 6/8/2021 [1] le risorse finanziarie previste per
> >> l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e
> >> Resilienza (PNRR) sono state assegnate alle singole Amministrazioni.
> >>
> >> Conoscendo, un po', come sono andate nel passato le cose, ogni
> >> amministrazione prenderà quei soldi e farà di testa propria.
> >> Ora, quando si tratta di "Borse di studio per l'accesso
> >> all'università" è normale che se ne occupi il MUR e, per dire, del
> >> "Rafforzamento mobilità ciclistica " il MIMS, ma la stessa cosa non
> >> vale per il "digitale".
> >> E dato che il termine è abbondantemente presente, assieme a
> >> piattaforme, applicativi, portali per i quali, ovviamente, sempre di
> >> digitale si sta parlando, una riflessione (mi) sorge spontanea.
> >> Ma qualcuno a coordinare il tutto ci sarà?
> >> Capisco che il PNRR inaugurerà il periodo delle "vacche grasse" e
> >> discettare di riuso e condivisione (di idee, di soluzioni, ecc.) può
> >> apparire anacronistico, ma è veramente così?
> >> Piattaforme, portali, ecc. tanti nomi per indicare quello che è, più o
> >> meno, un sito web. Considerato che l'hardware non si comprerà, perché
> >> sostituito dal cloud, è al software che andranno questi soldini.
> >> Bene, è, o sarà, possibile in futuro sapere se:
> >> 1) Il software verrà comprato (e da chi)
> >> 2) Il software verrà scritto (e da chi)
> >> 3) Il software verrà scambiato (con chi)
> >> 4) Il software sarà pubblico, sarà aperto, potrò leggerlo,
> >> confrontarlo, analizzarlo?
> >> E questo, parafrasando Juan Carlos, mi "interessa moltissimo".
> >> Perché quando domani i miei figli mi chiederanno, ma papà i 20/30
> >> miliardi di euro (a spanne la parte afferente il digitale), che ora ci
> >> tocca restituire, a cosa vi sono serviti nei "lontani" anni venti,
> >> potrò tentare di rispondere.
> >>
> >> A.
> >>
> >> [1] https://www.camera.it/temiap/2021/09/20/OCD177-5087.pdf
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