Noi, sostenitori del software libero, dobbiamo registrare l'ennesima clamorosa sconfitta, con gravissimo danno per l'economia del nostro Paese.

Avevamo scritto una lettera ai membri del nuovo governo che partiva dalla manifestazione del timore che l'attuazione del PNRR diventasse una nuova opportunità di business per i soliti noti. Non abbiamo ricevuto risposta. Non ho mai sentito pronunciare le due parole "software libero" da un membro del nuovo governo. Un autorevole ministro ha teorizzato:"La tecnologia italiana è arretrata. Dobbiamo basarci sulle tecnologie di altri paesi". Il "codice dell'amministrazione digitale" è sistematicamente violato a favore dei soliti noti. Le bozze che leggo sui programmi del PNRR confermano l'impressione di disegni di business a favore dei soliti noti, come teorizzato dallo slogan ricorrente "collaborazione pubblico-privato".

Temo che il potere del denaro, associato alla consuetudine della corruzione, sia per noi imbattibile.

Raf

Il 27/09/21 21:00, Italo Vignoli ha scritto:
Leggendo questo articolo (https://www.ilsole24ore.com/art/da-milano-team-colao-obiettivo-digitale-roberta-cocco-rimangono-servizi-cittadini-AEO4dbl?refresh_ce=1), la risposta è (1) il software verrà comprato da Microsoft. Roberta Cocco è dipendente Microsoft dal 1991 e dirigente dal 2007 (o dintorni) con un significativo portafoglio di azioni Microsoft, e sul suo profilo LinkedIn non fa mistero di essere sia assessore alla trasformazione digitale del comune di Milano sia National Plans Development Director di Microsoft Italia, con un enorme conflitto di interessi (che probabilmente in Italia è una cosa senza senso).

On 9/27/21 8:11 PM, Antonio Iacono wrote:
Con decreto del 6/8/2021 [1] le risorse finanziarie previste per
l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR) sono state assegnate alle singole Amministrazioni.

Conoscendo, un po', come sono andate nel passato le cose, ogni
amministrazione prenderà quei soldi e farà di testa propria.
Ora, quando si tratta di "Borse di studio per l'accesso
all'università" è normale che se ne occupi il MUR e, per dire, del
"Rafforzamento mobilità ciclistica " il MIMS, ma la stessa cosa non
vale per il "digitale".
E dato che il termine è abbondantemente presente, assieme a
piattaforme, applicativi, portali per i quali, ovviamente, sempre di
digitale si sta parlando, una riflessione (mi) sorge spontanea.
Ma qualcuno a coordinare il tutto ci sarà?
Capisco che il PNRR inaugurerà il periodo delle "vacche grasse" e
discettare di riuso e condivisione (di idee, di soluzioni, ecc.) può
apparire anacronistico, ma è veramente così?
Piattaforme, portali, ecc. tanti nomi per indicare quello che è, più o
meno, un sito web. Considerato che l'hardware non si comprerà, perché
sostituito dal cloud, è al software che andranno questi soldini.
Bene, è, o sarà, possibile in futuro sapere se:
1) Il software verrà comprato (e da chi)
2) Il software verrà scritto (e da chi)
3) Il software verrà scambiato (con chi)
4) Il software sarà pubblico, sarà aperto, potrò leggerlo,
confrontarlo, analizzarlo?
E questo, parafrasando Juan Carlos, mi "interessa moltissimo".
Perché quando domani i miei figli mi chiederanno, ma papà i 20/30
miliardi di euro (a spanne la parte afferente il digitale), che ora ci
tocca restituire, a cosa vi sono serviti nei "lontani" anni venti,
potrò tentare di rispondere.

A.

[1] https://www.camera.it/temiap/2021/09/20/OCD177-5087.pdf
_______________________________________________
nexa mailing list
nexa@server-nexa.polito.it
https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa

_______________________________________________
nexa mailing list
nexa@server-nexa.polito.it
https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa

Reply via email to