Il giorno mar, 02/09/2008 alle 07.52 +0200, Niccolo Rigacci ha scritto:
> On Tue, Sep 02, 2008 at 03:12:49AM +0200, Carlo Stemberger wrote:
> > 
> > Mi sa che bisognerà prima o poi mettere in piedi degli script da 
> > lanciare regolarmente per individuare e correggere almeno gli errori più 
> > comuni.
> 
> Un po' mi preoccupa intervenire massicciamente e automaticamente 
> su un database stile Wiki.

Infatti, pur essendo un sostenitore sfegatato dell'automatizzazione di
ciò che può essere automatizzato, credo che dobbiamo andarci con i piedi
di piombo e non utilizzare effettivamente un bot in automatico finché
non l'abbiamo per almeno un po' di tempo utilizzato manualmente (ossia
controllando con attenzione le modifiche prima di caricarle), in modo da
limitare la probabilità di eventuali casini.

Quando sembra che una cosa stia funzionando abbastanza bene, possiamo
decidere in lista di farla diventare una cosa più o meno automatica, ma
possibilmente sempre avendo un riscontro sulle modifiche che esso fa.
Per esempio, si potrebbe creare una pagina Web o una mailing list dove i
bot inviano un sunto delle modifiche che fanno in automatico, e che chi
li sviluppa controlla per identificare eventuali malfunzionamenti.

Poi c'è anche da dire che un bot non necessariamente deve modificare il
database: può anche semplicemente controllare la consistenza di
determinati elementi (cosa che io proponevo per i confini
amministrativi), che da correggere in automatico sarebbero difficili, ma
dei quali è cosa buona sapere se hanno subito cambiamenti rilevanti o
inconsistenti.

> Mi spiego: ogni inserimento e' stato fatto a mano da un essere 
> umano, filosoficamente quanto e' giusto intervenire a tappeto in 
> automatico?

Mah, dietro un bot c'è sempre un essere umano. I cambiamenti a tappeto
del bot non sono in opposizione a quelli degli esseri umani, ma sono uno
strumento degli esseri umani stessi che non si vogliono annoiare a fare
cose che un programma può fare più velocemente e con meno sbadigli di
loro. Però forse ho frainteso quello che volevi dire tu.

Ciaociao, Gio.
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Giovanni Mascellani <[EMAIL PROTECTED]>
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