Re: [nexa] [OT] il modello di business di Wikipedia (Wikimedia)

2023-09-24 Thread Alberto Cammozzo via nexa

Caro Giovanni,

In estrema sintesi, la definizione di surveillance capitalism non 
riguarda il fatto che uno ricavi denaro dai dati raccolti /dai/ suoi 
utenti, ma che venda i comportamenti (passati o futuri) /dei/ suoi utenti.


A mia conoscenza Wikimedia non profila i propri utenti, non usa 
recommendation systems per condizionarli, non adatta i contenuti a chi 
ha davanti, e non mi risulta nemmeno che venda a terzi i dati dei propri 
utenti, per cui il modello di business descritto dalla Zuboff come 
/surveillance capitalism/ non si applica.


Grazie per gli articoli sul modello di business di Wikimedia, 
interessanti. Mi pare però che delineino un modello tradizionale di 
servizio premium a pagamento.


Un saluto,

Alberto


On 9/23/23 12:38, 380° wrote:

Buongiorno Alberto,

follow the money? :-)

Alberto Cammozzo via nexa  writes:

[...]


Attardi fa l'esempio di Wikipedia che è l'unica piattaforma
centralizzata di scala globale confrontabile con GAFAM e che non usa il
surveillance capitalism come modello di business.

Io preferisco la parola capture a surveillance perché rende meglio il
concetto (capture implica surveillance), ma è una /pignoleria/ :-)

Sono imbarazzato, non capisco perché sostieni che Wikipedia, o meglio
Wikimedia, non usa quel modello di "business", considerato - per dire
l'ultima - che ha appena lanciato il suo "Enterprise" service con
relativa azienda con sede nel... Delaware, ma ROTFL!

Wikipedia’s Deep Ties to Big Tech
By Michael Olenick APR 5, 2021

https://www.ineteconomics.org/perspectives/blog/wikipedias-deep-ties-to-big-tech

--8<---cut here---start->8---

Wikipedia’s online fundraising efforts that highlight its dependence on
donations for its continued functioning,[*] its assurance that it is
“super transparent with the public,” and occasional threats to run ads
to assure Wikipedia’s financial stability. Most users probably also
assume that Wikipedia’s content, even if sometimes mistaken or
incomplete, is basically harmless, with occasional errors the price of
straitened production conditions and limited staff. [...]

Wikipedia Is Wealthy & Works with Big Tech

Despite frequent protestations to the contrary, Wikimedia – the San
Francisco-based parent non-profit of Wikipedia – has enormous financial
reserves.

[...] implementing a new service, Wikimedia Enterprise, a for-profit
Delaware-based company to charge Big Tech for easier electronic access
to Wikipedia content.

Lest there be any ambiguity about who “these companies” are, they
explain high-volume commercial reusers include “the ‘infoboxes’ ..
shown in search engine results,” “voice-operated virtual assistants such
as Siri and Alexa,” and “augmented information .. such as in-flight
entertainment systems or smartphones.” For those who still don’t get it,
the term infoboxes links to a Wikipedia article about Google’s knowledge
panel.[1]

Wikimedia argues for-profit high-volume information “reusers” (its term)
have repeatedly asked for a dedicated service to efficiently funnel
information away from the site and money towards it. Big Tech wants a
contractual arrangement along with a service level agreement
(SLA). Wikimedia argues it is unable to offer a contract or provide an
SLA under its current legal scheme.

When asked, Wikimedia representatives responded that the Big Tech
businesses are uncomfortable supporting the non-profit through donations
and that they’d prefer a more explicit fee-for-service arrangement.[2]
Furthermore, the ongoing practice of embedding Wikimedia content into
the websites and information outlets of others deprives Wikimedia of an
ability to advertise for donations which, over the long-run, may impact
its ability to fundraise.

[...] Wikimedia Lacks Transparency

[...] Google’s former charity, Google.org, shuttered the year ending
2018.[9] Google made two large donations to Tides Foundation, a total of
$50,264,173 listed in their 2018 disclosure (consisting of three
donations: $43,844,348, $844,448, and $560,055) and $76,385,901 in
2017. Neither matches a line-item amount Tides Foundation reported for
the corresponding years.[10] Google also contributes money directly to
both Wikimedia and the Wikimedia Endowment, announcing a $7.5 million
donation at the 2019 Word Economic Forum.[11]

[...] While Wikimedia donates money to Tides – to support its endowment
and Knowledge Equity Fund (via Tides Advocacy) – Tides also donates
money to Wikimedia. However, the Tides donations do not appear in
Wikimedia annual reports [...]

--8<---cut here---end--->8---
(e /molto/ altro ancora nell'articolo)

Il suo primo cliente /pare/ essere Google:

--8<---cut here---start->8---

It’s not exactly clear how Google’s new partnership will change the
end-user side of things. Tim Palmer, the managing director of Google’s
search partnerships, vaguely commented that Google looks forward to
“deepening” its part

Re: [nexa] [OT] il modello di business di Wikipedia (Wikimedia)

2023-09-24 Thread Stefano Zacchiroli
On Sun, Sep 24, 2023 at 08:19:56PM +0200, Alberto Cammozzo via nexa wrote:
> A mia conoscenza Wikimedia non profila i propri utenti, non usa
> recommendation systems per condizionarli, non adatta i contenuti a chi ha
> davanti, e non mi risulta nemmeno che venda a terzi i dati dei propri
> utenti, per cui il modello di business descritto dalla Zuboff come
> /surveillance capitalism/ non si applica.

Inoltre, dettaglio importante sul modello di business: Wikimedia, LLC
(l'azienda che opera il prodotto Wikimedia Enterprise) è detenuta al
100% da Wikimedia Foundation, che è una fondazione di tipo 501(c)3, che
potremmo tradurre in Italiano come ONLUS.

-- 
Stefano Zacchiroli . z...@upsilon.cc . https://upsilon.cc/zack  _. ^ ._
Full professor of Computer Science  o o   o \/|V|\/
Télécom Paris, Polytechnic Institute of Paris o o o   <\>
Co-founder & CTO Software Heritageo o o o   /\|^|/\
https://twitter.com/zacchiro . https://mastodon.xyz/@zacchiro   '" V "'
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Re: [nexa] la tecnologia comanda il mondo (Giuseppe Attardi)

2023-09-24 Thread 380°
Buongiorno Maurizio,

maurizio lana  writes:

> riprendo questo passaggio dal messaggio di Giacomo:
>> Ogni volta che riescono a convincere un idiota di essere solo una macchina 
>> complessa prodotta dalla selezione naturale... ogni volta che riescono a 
>> convincere qualche idiota che un software programmato statisticamente del 
>> cui output nessuno vuole rispondere è "intelligente"...
> concordo, e allargo.
> l'emergere dei SALAMI ha portato molte persone come dici tu Giacomo a 
> consolidare l'idea che "gli esseri umani sono solo una macchina 
> complessa prodotta dalla selezione naturale"

A onor del vero non mi pare così, la reductio dell'essere umano a
(bio)macchina evoluta predata di molto la comparsa dei SALAMI: se si
condivide questa **antichissima** concezione la diretta conseguenza è
ovviamente che anche (soprattutto?) il cervello umano è una
(bio)macchina e quindi l'intelligenza umana può essere riprodotta da una
(bio)macchina intelligente come e più dell'essere umano, General
Artificial Intelligence si chiama (che non è SALAMI o AI)... talmente
evoluta e potente da rimpiazzare il vecchio modello di macchina chiamato
appunto essere umano.

Saltando di palo in frasca (?), credo che le riflessioni di Federico
Faggin, che conosce proprio bene bene il funzionamento delle macchine
computazionali, su cosa "manchi" (interpretazione mia personale) alle
macchine per diventare umane siano assai interessanti.

[...]

Cordiali saluti, 380°

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about .


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Re: [nexa] necessaria alfabetizzazione digitale

2023-09-24 Thread 380°
Buongiorno Alessandro,

Alessandro Brolpito  writes:

[...]

Io, qualcuno l'avrà notato, sono disgrafico e sicuramente logorroico...

> Dunque: devo essere "ulteriormente alfabetizzato"? parliamone.

[...]

> Questo ci deve far considerare l'alfabetizzazione un processo continuo, che
> avviene spesso in contesti non-formali ed informali, come ad esempio in
> questa lista.

Io preferirei venisse usato il termine "formazione" invece di
"alfabetizzazione", ma siccome in merito ci sono addirittura degli
standard ufficiali delle istituzioni mondiali, mi adeguo senza problemi.

Direi che sì, nonostante tutti i /disperati/ tentativi (alcuni lodevoli
e filosoficamente condivisibili, altri deprecabili) di "recintarla e
dirigerla" l'alfebetizzazione è un processo... anarco-ricorsivo :-D ,
per limitarci diciamo almeno che senza l'attiva e piena _partecipazione_
dell'individuo se va bene non funziona, se va male...

[...]

> 2 - ho passato ai "raggi X" lo studio citato da Alessandro, secondo il
> quale "In 2021, 54% of people in the EU aged 16 to 74 had at least basic
> overall digital skills", che significa che il 46% restante, quegli skill
> "di base" NON ce li ha
>
> Non sono riuscito a recuperare l'elenco esatto delle "domande" che
> componevano il questionario, né sono riuscito a recuperare i dati "grezzi"
> (che vorrei analizzare con i miei strumenti...).

Ho il fondato sospetto che se non le hai trovate tu allora proprio non
ci sono.

Qualsiasi studio dove /chiunque/ non abbia a disposizione quello che non
sei riuscito a recuperare tu è da **ignorare**.

Cari ricercatori, è ora di finirla: le chiacchiere stanno a zero.

...ma questo è OT qui, ne parliamo in lista AISA?
https://aisa.sp.unipi.it/seguici/

> Pero' ho trovato questo:...
> <<
>
>
> Una breve premessa: digital literacy, basic digital skills, core digital
> skills e digital competence sono usati come sinonimi (sebbene siano cose
> diverse).
>
> E alla fine si converge nel termine "competenze digitali", questo per non
> diventare matti con la terminologia.

L'hanno davvero scritto nero su bianco in uno studio sociologico? :-D

...non vogliono "diventare matti", divertente.

[...]

> Essendo la competenza digitale definita come " the confident, critical and
> responsible use of, and engagement with, digital technologies for learning,
> at work, and for participation in society. It is defined as a combination
> of knowledge, skills and attitudes...” (EUR-Lex - 32018H0604(01) - IT -
> EUR-Lex (europa.eu)
> ),
> il quadro di riferimento è ad ampio spettro e certamente discutibile. Ha
> dietro un bel lavoro di ricerca e di sintesi (mai abbastanza) ma rimane
> generico ed ingombrante.

...e qui stiamo parlando **solo** di alfabetizzazione/competenza
digitale, se cerchiamo studi, analisi, articoli, conferenze, ecc. su
"cittadinanza digitale", termine ampiamente /abusato/ e variamente vago,
ci troviamo di fronte a un quadro ancora più ampio, discutibile,
lacunoso, generico ed ingombrante rispetto a quello delle "sole"
competenze.

[...]

> Insegnare rudimenti di programmazione, sia in termini di un linguaggio tipo
> "Python" che in termine di "computational thinking" penso che sia
> importante

sarà, ma io (che un pochino so scrivere codice in un linguaggio di
programmazione) non ho la più pallida idea di cosa sia il pensiero
computazionale: come lo definiscono le istituzuioni?

[...]

> Giacomo diceva in un recente scambio che si è arrivati a questo punto
> (quello da te descritto così chiaramente), proprio perchè ci si fida dei
> programmatori...
> Beh fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.-).

Sì ma innanzitutto la cosa non è binaria (mi fido/non mi fido), poi la
cosa decisamente più importante è sapere _perché_.

[...]

Cordiali saluti, 380°

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

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