SMZE wrote: > Il problema è che se fai a='\\x' a varrà '\\x' mentre io vorrei che > valga '\x' e basta. Con > >>> a=r'\x' > >>> a > '\\x' > > con print a otterrei quello che voglio. Ma posso assegnarlo ad una > variabile? non penso.
Oh, l'eterna lotta tra ciò che appare, e ciò che è. Il noumeno, o il fenomeno? Il genotipo, o il fenotipo? Chi avrà ragione, "a" o "print a"? Cosa c'è *veramente* nella variabile "a"? Scopriamolo! >>> a = '\\x' >>> len(a) 2 Mmh... son due caratteri, non tre. Vediamo il secondo: >>> a[1] 'x' ...e se il secondo è 'x', il primo è... >>> a[0] '\\' Ma come! Ora il primo sono due?!? >>> print a[0] \ No, sembra essere uno solo... >>> ord(a[0]) 92 ...e consiste nel valore (decimale) 92. Se lo ritrasformiamo in carattere: >>> chr(92) '\\' Dalli con due caratteri! >>> print chr(92) \ No, dai, dev'essere per forza uno solo! Certo che quest'interprete è proprio birbone! Ma... non sarà che cerca di essere d'aiuto, e mostra due backslash invece di uno, perché è così che vanno scritti nelle stringhe? -- Nicola Larosa - http://www.tekNico.net/ The compiler doesn't care if the person who forgot the curly brace is wearing a black lace bra. -- Kathy Sierra, August 2006
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