*È possibile la democrazia digitale?
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/Due saggi indagano, da prospettive diverse, il complicato rapporto tra piattaforme online e partecipazione anti-gerarchica. Per capire se possiamo sottrarci ai modelli totalizzanti che governano la nostra attività in rete
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Robert Gorwa

19 Dicembre 2024

All’inizio, ci fu una tormenta di neve. Era il gennaio del 1978 e forti raffiche subtropicali che si muovevano verso nord si scontrarono sui Grandi Laghi con una corrente artica diretta a sud, generando una delle più terribili tempeste di neve nella storia degli Stati uniti. La Grande tormenta di neve del 1978 scaricò quasi un metro di neve su alcune parti del Michigan, causando quasi un centinaio di vittime e mezzo miliardo di dollari di danni, al netto dell’inflazione.

Bloccati a casa durante la grande nevicata, due appassionati di computer di Chicago decisero di costruire un sistema che gli avrebbe permesso di comunicare tra loro. All’epoca, la suite di protocolli Internet era ancora lontana anni dall’essere ampiamente utilizzata, ma i progressi nella microelaborazione avevano iniziato a portare i computer fuori dai laboratori e nelle case degli smanettoni. Con i primi modem si poteva «comporre il numero» e trasmettere informazioni su normali linee telefoniche, così Ward Christensen e Randy Suess, entrambi membri del Chicago Area Computer Hobbyists’ Exchange (Cache), unirono la loro competenza nella scrittura di software e nella modifica dell’hardware per creare un modem modificato a cui altri potevano collegarsi e sui quali lasciare messaggi da leggere in seguito.

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