Il 20/08/24 08:27, Diego Giorio ha scritto:
Ho trovato interessanti le riflessioni di questo articolo
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-svolta-di-google-via-i-siti-non-adatti-allo-smartphone
"Google cambia, i giovani ci mostrano che noi, giovani da più tempo, non
dobbiamo cambiare con Google, non tutto, non ciò che conta e che i
giovani si aspettano che noi continuiamo a custodire per loro e con
loro. L’odore della carta, il sapore dell’attesa, il profumo del
pavimento che scricchiola."
hmmm...
la questione del "profumo/odore della carta" per dire il valore
immateriale del libro mi ha sempre lasciato perplesso.
i libri (più) vecchi spesso hanno odore pesante, non certo piacevole:
diremo che non meritano la nostra attenzione e cura? penso di no. e i
libri che non hanno odore? allora la questione dei libri non ha nulla a
che fare con il loro odore.
fatto che è che dovremmo saper dire perché il libro è irrinunciabile,
senza riferirci ad un dato del tutto estrinseco come l'odore della carta.
(a scanso di equivoci: io insegno scienza della biblioteca)
Maurizio
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a questo punto devo fare una confessione:
come il mio amico Erri De Luca, sono un europeista estremista.
Questo significa che, per me, l’Europa unita è l’unica utopia politica
ragionevole che noi europei abbiamo coniato.
xavier cercas, inaugurazione del salone del libro, torino 2018
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Maurizio Lana
Università del Piemonte Orientale
Dipartimento di Studi Umanistici
Piazza Roma 36 - 13100 Vercelli