> l'Università di Milano-Bicocca ha avuto l'idea di ricavare un benchmark
> dalle prove INVALSI per valutare come se la cavano i language model con
> italiano.

Quando sento parlare di benchmark mi vengono in mente le parole di Erich Fromm:
"Per intelligenza intendo la capacità di servirsi dei concetti, ma senza 
penetrare oltre la superficie dei fenomeni fino all'essenza della cose. 
L'intelligenza preferisce manipolare la realtà anziché comprenderla. La 
capacità di comprendere è l'opposto dell'intelligenza manipolatrice. La prima 
presuppone sempre un rapporto con l'oggetto delle nostre riflessioni. Se non 
c'è rapporto, possiamo soltanto manipolare la realtà. Possiamo *pesarla, 
misurarla e calcolarla", e confrontare i diversi fattori tra di loro ma un 
pensiero meramente intellettuale, superficiale, non andando mai dentro le cose, 
non potrà capirle e modificarle."

Lo diceva settanta anni fa e si riferiva ovviamente all'intelligenza umana, ma 
il ragionamento è valido perfettamente anche oggi. C'è tanta (presunta) 
intelligenza ma è solo manipolazione, pesi, misure, calcoli. Nei pochissimi 
casi in cui si fa a fondo ed entra, quindi, in gioco, la "reason", non c'è 
nulla.

C'entra poco con l'oggetto ma un paio di giorni fa Trump ha tenuto un discorso 
ad una conferenza sui Bitcoin. Pare che qualcuno l'abbiamo convinto che per il 
bene dell'America (guidata da lui ovviamente), gli USA devono diventare la 
"capitale mondiale" del Bitcoin. Davanti alla platea, tra le tante "...esserie" 
che ha detto, una mi ha colpito. "Sono qui davanti a gente dal QI altissimo, i 
moderni Edison, i fratelli Wright, i Carnegie e gli Henry Ford, io sto correndo 
contro un individuo con un QI basso, lei, non sto nemmeno parlando di lui, lei"

A.

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