Buongiorno,

chissà che la giornalista praticante che ha scritto il pezzo per Wired è
stata pagata più di 25€ per il suo lavoro. :-O

don Luca Peyron <dluca.universit...@gmail.com> writes:

> Tra costume e futuro

Oh poveri noi: un futuro di bullshit jobs precari? (Stormshit jobs?!?)

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"bullshit jobs": "a form of paid employment that is so completely
pointless, unnecessary, or pernicious that even the employee cannot
justify its existence even though, as part of the conditions of
employment, the employee feels obliged to pretend that this is not the
case."[2] Many people who are working these bullshit or pointless jobs
know that they are working jobs that do not contribute to society in a
thoughtful way.

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(https://en.wikipedia.org/wiki/Bullshit_Jobs)

...perché con competenze del genere ("creative workers"?), lavorare così
precariamente (freelance? lavoratore indipendente? non precario?) da
essere costretti a benedire «un'entrata in più (a cui, n.d.r.) non si
rinuncia mai» di 25€ lordi per poco meno di due ore di lavoro, con
cessione dei diritti d'autore, firma di un NDA e di una liberatoria per
fornire i dati personali raccolti (quali?) a terze parti, per di più per
"robe" che ben presto verranno buttate nel cestino (tipo gli "assistenti
articifialmente intelligenti")... come può essere definito altrimenti?!?

Molto più utile, molto meno alienante e altrettanto remunerativo andare
mezza giornata a fare le pulizie... anche senza ricorrere ai mirabolanti
servigi [1] di robe come https://prontopro.it/, basta il passaparola!

Credo che "Il Lavoro" /alienato/ - quello sul quale è fondata niente po'
po' di meno che la repubblica italiana - sia ormai giunto a uno stato
*vegetativo* irreversibile: meglio staccare la spina.

Oltretutto noi occidentali siamo abituati a pensare che la
schiavizzazione, ops alienzaione, dei lavoratori precarizzati "delle
piattaforme" sia un fenomeno marginale "da noi" e riguardi solo il
"terzo mondo", mentre comincia a emergere come questo fenomeno stia
diventando strutturale ovunque: altro materiale per Antonio Casilli :-)

> https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-addestramento-voce-freelance/

A futura memoria, ecco cosa ha scritto:

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Chiara Venuto 02.03.2024

1 Vi racconto com'è “vendere” la propria voce per addestrare un'intelligenza 
artificiale
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  Il racconto in presa diretta di una giornalista che ha prestato la sua
  voce per la raccolta di dati utili al machine learning. Tra pronunce
  giuste “scorrette” e podcast proclamati senza un pubblico ad ascoltare

  Lo scorso 19 gennaio ho passato due ore a *farneticare dei temi più
  disparati davanti a un microfono*. L'obiettivo? *Addestrare un'*
  [intelligenza artificiale]. Un'esperienza buffa, a tratti
  straniante. Ma in pochi ascoltano con tanta attenzione quanto una
  macchina.

[intelligenza artificiale]
<https://www.wired.it/article/creare-musica-con-intelligenza-artificiale-siti-app/>

1.1 Cercasi addestratori
────────────────────────

  Andiamo con ordine. Io sono una giornalista praticante, ma spesso mi
  capita di lavorare come copywriter e traduttrice freelance. Per questo
  motivo sono iscritta ormai da anni a un portale che si chiama
  *Upwork*. Qui, i *lavoratori indipendenti* appartenenti a vari settori
  (dall'editoria all'informatica) trovano i loro “clienti”, ovvero le
  aziende che hanno bisogno di un collaboratore occasionale per un
  progetto. Le imprese pubblicano annunci in cui spiegano ciò di cui
  hanno bisogno e i freelance inviano una presentazione e una proposta.

  Negli ultimi mesi sono fioriti annunci di progetti legati al *settore
  dell'intelligenza artificiale*. Ogni giorno vengono pubblicati quasi
  duecento post che hanno a che fare con quest'ambito. Diversi
  riguardano la figura di *“addestratore” di programmi di apprendimento
  automatico*. A un'entrata in più non si rinuncia mai e, considerando
  il mio background da laureata di lingue, il mio profilo è stato
  apprezzato subito dai reclutatori delle aziende coinvolte nella
  realizzazione di software per *[assistenti vocali] basati sull'AI*.

  Chi ti istruisce su come svolgere questo lavoro può essere più o meno
  esigente. La prima volta, lo scorso gennaio, il mio compito era quello
  di *ripetere 570 parole o piccole frasi*. A volte c'era scritto di
  scandire piano, altre volte dovevo parlare velocemente. “ /Ciao, nome
  dell'assistente vocale!/”, “ /Devo andare al Colosseo/” e così via. Si
  trattava, a quanto ho potuto apprendere, di registrazioni finalizzate
  ad addestrare un *software per veicoli “intelligenti”*. Per inviare le
  mie registrazioni dovevo usare *Voicelinku*, un'app nata con lo scopo
  di acquisire questo materiale. La persona che mi ha trovata su Upwork
  è di *Chengdu (Cina)* e secondo i dati pubblicati sul portale
  lavorerebbe per *un'azienda che si chiama Bkvoice*. [Attraverso una
  ricerca su Weibo] (un famoso [social network] cinese) ho scoperto che
  potrebbe trattarsi di una realtà che fa capo a Bokai Jiayin Dubbing,
  azienda che si occupa di *doppiaggio in diverse lingue*. Il
  condizionale è d'obbligo, perché la catena di fornitura in questi
  settori è sempre lunga e non è sempre chiaro chi sia l'utilizzatore
  finale delle informazioni ricevute.


[assistenti vocali] <https://www.wired.it/topic/assistenti-vocali>

[Attraverso una ricerca su Weibo] <https://weibo.com/u/6395244498>

[social network] <https://www.wired.it/topic/social-network>


1.2 Spaghetti English
─────────────────────

  Ciascuno dei miei audio veniva sottoposto a una verifica delle
  condizioni di registrazione e della *correttezza della mia
  pronuncia*. In caso di *problemi di comprensione (ce ne sono stati
  71)* dopo pochi minuti l'applicazione stessa mi diceva da dove
  ricominciare. In alcuni casi, registrazioni vocali assolutamente
  normali venivano interpretati come rumorosi, in altri in un inglese
  sgrammaticato mi veniva spiegato di *pronunciare meglio alcune
  parole*. Solitamente si trattava di annotazioni un po' assurde. Il mio
  modo di parlare veniva *etichettato come “poco italiano”* perché
  leggevo le parole in inglese con una pronuncia – appunto –
  inglese. Secondo gli sviluppatori il mio “Hello!” doveva suonare più
  come un “ /Ello!/” (rinunciando totalmente all'aspirazione della h) e
  il mio “ /Siri/” doveva essere “Si /R/i”, con una r vibrante, ossia
  come verrebbe pronunciato da chi ha un *accento italiano molto
  marcato*.

  Questo perché *le macchine devono imparare a capire anche chi ha una
  pronuncia diversa da quella standard*. Un processo un po' snervante,
  roba di un'ora e mezza, pochi soldi (25 dollari lordi) ma tutto
  sommato facili. Alla fine dei giochi il recruiter mi ha chiesto se
  conoscessi qualcun altro disposto a collaborare, così ho indicato un
  paio di amici. [Oggi leggo su Reddit che in passato delle persone si
  sono chieste se si trattasse di una truffa]. Qualcuno non è stato
  pagato, ma nel nostro caso tutto è filato liscio e i nostri dati
  personali non sembrano essere stati rubati.


[Oggi leggo su Reddit che in passato delle persone si sono chieste se si
trattasse di una truffa]
<https://www.reddit.com/r/Upwork/comments/18m2hdi/are_voice_recording_jobs_legit/>


1.3 A ruota libera
──────────────────

  L'ultima volta, questo gennaio, è andata diversamente. *Ho dovuto
  registrare otto [podcast] da 15 minuti* fingendo di avere davvero un
  pubblico davanti. Dopo ho caricato tutto su un sito. I temi erano i
  più disparati: lavoro, salute e viaggi. Su questi argomenti potevo
  creare un discorso in autonomia: agli sviluppatori non interessava
  molto ciò che dicevo, quanto il /come/. Nessuna regola: potevo
  mantenere la mia cantilena messinese e parlare di qualsiasi cosa mi
  venisse in mente. Importanti erano solamente gli accorgimenti legati
  alla *tecnica di registrazione* e all'assenza di *rumori di
  fondo*. Grande spazio, invece, per aneddoti e creatività.

  Ho parlato del caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi
  trovata morta dopo che era stata accusata di avere pubblicato sulla
  pagina [Google] della propria attività una recensione falsa dai
  contenuti omofobi e abilisti e la relativa risposta di condanna, che
  secondo alcuni sarebbe stata parte di un'operazione di marketing. Ho
  poi discusso dei *migliori viaggi in Italia, di liste d'attesa
  chilometriche per una visita specialistica* e persino dell'ultima
  serie Rai che ho visto: /La Storia/, tratta dall'omonimo capolavoro di
  Elsa Morante e proposta per il piccolo schermo con la regia di
  Francesca Archibugi. Insomma, un esercizio di stile per me che forse
  un giorno mi troverò a registrare podcast per lavoro.

[podcast] <https://www.wired.it/topic/podcast>

[Google] <https://www.wired.it/topic/google>

1.4 Il lavoro sporco
────────────────────

  Il mio ruolo è l'ultimo di una *catena molto più complessa* fatta di
  sviluppatori e ingegneri informatici, linguisti computazionali e così
  via. Mentre porto avanti i progetti che mi vengono affidati mi rendo
  però conto di *non sapere quasi nulla delle aziende a cui affido
  qualcosa di così sensibile come la mia voce* e i miei pensieri. È
  facile *delegare il “lavoro sporco” a freelancer* che sanno pochissimo
  di cosa stanno facendo, chiedendo poi loro di firmare accordi ambigui
  per la *cessione dei [diritti]*. La seconda azienda con la quale ho
  collaborato mi ha fatto siglare un contratto di non divulgazione
  insieme a quello sulla [*privacy*]. Così per un anno io non potrò dire
  chi sono e che cosa fanno, mentre loro potranno *fornire i miei dati e
  le mie registrazioni* anche ad aziende terze.


[diritti] <https://www.wired.it/topic/diritti>

[*privacy*] <https://www.wired.it/topic/privacy>

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Saluti, 380°


[1] 
https://prontoproit.zendesk.com/hc/it/articles/10080806589468-Quali-sono-i-costi-per-offrire-i-miei-servizi-su-ProntoPro

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è previsto un costo di contatto, cioè l'importo che il professionista
paga quando decide di inviare un preventivo in risposta ad una
richiesta.

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OK, ma quanto costa "un contatto"?

https://prontoproit.zendesk.com/hc/it/articles/10080800395292-Qual-%C3%A8-il-costo-del-contatto

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Qual è il costo del contatto?
3 mesi fa Aggiornato

Il costo del contatto (o Lead Cost) è l'importo che si paga quando si
decide di inviare un'offerta ad un'opportunità. È possibile visualizzare
ed accettare il costo prima di inviare un preventivo. ProntoPro
garantisce l'invio di tutti i preventivi ai clienti. Tuttavia, è sempre
a discrezione del cliente scegliere o meno il preventivo.

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OK, ma allora pigliate per il cu...?!?

Per approfindimenti: https://accordoutilizzo.prontopro.it/

In merito al GDPR, i server del sito sono su Amazon:
https://bgp.he.net/dns/prontopro.it :-)

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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