Caro Maurizio, 

grazie molte delle osservazioni (e di aver già letto il mio articolo!).

Quanto a Marco Giraudo, lascio senz'altro a lui la risposta.
Io cito due volte i suoi lavori perché trovo felice l'espressione "bolla 
giuridica"
(della durata della bolla non ho idea) e perché trovo che sostenere che 
la regolazione giuridica del furto debba essere scritta insieme al ladro 
equivalga ad allearsi col ladro medesimo o a dichiarare la propria 
insignificanza.

Sono consapevole, naturalmente, del ruolo che la dimensione e la forza del 
ladro hanno avuto, storicamente.
Nel De Republica, Cicerone aveva riportato questo aneddoto:
Alessandro Magno chiese a un pirata, da lui catturato, per quale scellerato 
impulso infestasse il mare col proprio naviglio;
il pirata gli rispose, «con verità ed eleganza», che si trattava del medesimo 
impulso 
che spingeva lo stesso Alessandro Magno «ad infestare il mondo intero». 
La replica del pirata fu completata da Agostino quasi cinque secoli dopo: 
"perché io faccio ciò,
con un piccolo naviglio, sono chiamato ladro, e perché tu lo fai con grande 
flotta, sei chiamato principe".

Della distinzione tra uno Stato e una banda di ladri mi sono occupata qui:
https://mulino.it/isbn/9788815251329 

Concordo con te che la questione dell'educazione sia decisiva. Proprio per 
questo credo che meriti una trattazione dedicata.
Qui, volevo concentrarmi sui soli sistemi di ottimizzazione predittiva, perché 
ritengo che abbiano proprietà politiche intrinseche.
Nell'ambito educativo sono utilizzati anche sistemi che non hanno proprietà 
politiche intrinseche 
e che potrebbero dunque essere progettati per l'emancipazione, anziché per 
l'asservimento,
se l'IA non fosse, come adesso, un derivato della sorveglianza 
(e di un assetto coloniale, per cui sono presentati come nulli tutti i costi 
che sono scaricati su lavoratori e territori a debita distanza).

Buon fine settimana,
Daniela
________________________________________
Da: nexa <nexa-boun...@server-nexa.polito.it> per conto di maurizio lana 
<maurizio.l...@uniupo.it>
Inviato: sabato 2 dicembre 2023 15:07
A: nexa@server-nexa.polito.it
Oggetto: [nexa] Postprint: Do AI systems have politics? Predictive optimisation 
as a move away from the rule of law, liberalism and democracy

Il 30/11/23 16:24,

Daniela Tafani <daniela.taf...@unipi.it><mailto:daniela.taf...@unipi.it>

ha scritto:

Date: Thu, 30 Nov 2023 15:24:13 +0000
From: Daniela Tafani <daniela.taf...@unipi.it><mailto:daniela.taf...@unipi.it>
Subject: [nexa] Postprint: Do AI systems have politics? Predictive
        optimisation as a move away from the rule of law, liberalism and
        democracy

Buon pomeriggio,

vi sottopongo il postprint di un mio articolo che è stato accettato da
"Ethics & Politics",

Do AI systems have politics? Predictive optimisation as a move away from
 the rule of law, liberalism and democracy.

Questo è l'abstract:

In predictive optimisation systems, machine learning is used to predict
future outcomes of interest about individuals, and these predictions are
 used to make decisions about them. Despite being based on
pseudoscience, not working and unfixably harmful, predictive
optimisation systems are still used by private companies and by
governments. As they are based on the assimilation of people to things,
predictive optimisation systems have inherent political properties that
cannot be altered by any technical design choice: the initial choice
about whether or not to adopt them is therefore decisive, as Langdon
Winner wrote about inherently political technologies. The adoption of
predictive optimisation systems is incompatible with liberalism and the
rule of law because it results in people not being recognised as
self-determining subjects, not being equal before the law, not being
able to predict which law will be applied to them, all being under
surveillance as ‘suspects’ and being able or unable to exercise their
rights in ways that depend not on their status as citizens, but on their
 contingent economic, social, emotional, health or religious status.
Under the rule of law, these systems should simply be banned.

Qui il testo completo:
https://doi.org/10.5281/zenodo.10229060

Vi sarò grata di qualsiasi osservazione.

ho letto l'articolo.
trovo che raccolga e intrecci in modo molto efficace i fili di questioni di 
grande rilevanza.
due osservazioni, se posso

là dove scrivi
Considering all this, one cannot but agree with those who observe that the use 
of ML systems for decision-making purposes in areas relevant to people's lives 
is tantamount to the creation, through administrative decisions, of “almost 
human rights-free zones”.(94) The development, sale and use of predictive 
optimisation systems is exploiting a “legal bubble”,(95) ie, it is taking place 
in violation of legally protected rights, betting on a subsequent legal rescue 
in the name of the inevitability of technological innovation(96).
alla nota 95 citi un articolo di Marco Giraudo et al. sulle legal bubbles.

un anno prima, in
Giraudo, Marco. «On Legal Bubbles: Some Thoughts on Legal Shockwaves at the 
Core of the Digital Economy». Journal of Institutional Economics 18, fasc. 4 
(agosto 2022): 587–604. https://doi.org/10.1017/S1744137421000473.
Giraudo aveva una prospettiva ottimistica perché, scriveva, le legal bubbles 
alla fine scoppiano, si dissolvono, in quanto l'azione legislativa anche se con 
passo più lento di quello della tecnologia, attiva e regolamenta.

mentre nell'articolo che citi ora
Giraudo, Marco, Eduard Fosch-Villaronga, e Gianclaudio Malgieri. «Competing 
Legal Futures». SSRN Scholarly Paper. Rochester, NY, 1 giugno 2023. 
https://papers.ssrn.com/abstract=4499785.
Giraudo et al,. paiono più preoccupati del futuro perché il modello che vede la 
cooperazione degli stati con le aziende a fini regolativi si basa a loro avviso 
su un'eccessiva fiducia nella buona volontà degli attori privati: "the EU 
Commission is adopting an economic primacy approach, showing that a kind of 
deference to corporate expertise and techno epistemic communities, especially 
when closely linked to corporate interests, is still very influential and 
conducive to the repetition of regulatory failures."

ritengo che la legislazione sia in termini generali e di principio la risorsa 
da utilizzare per indirizzare in modo corretto le forze che operano nella 
società, ma questa cooperazione dei regolatori con i 'regolandi' è un passo nel 
riconoscimento che le grandi aziende del mondo digitale (che sia hanno 
strapotenza economica sia sono dativore) si comportano come stati nazionali e 
gli stati nazionali 'storici' gli riconoscono questa status, nei fatti.
Marcus, Gary. «Critical national security questions should not be decided 
unilaterally by unelected tech leaders». Substack newsletter. Marcus on AI 
(blog), 28 novembre 2023. 
https://garymarcus.substack.com/p/critical-national-security-questions?publication_id=888615&utm_campaign=email-post-title&r=3mnng.

l'altro tema enorme, presente solo in 2 punti del tuo articolo, sono le 
prospettive di introduzione di sistemi di IA per gestire la scuola, la 
formazione, l'educazione: la formazione ha al centro la concezione che 
l'individuo sia aiutato a scoprire le sue qualità e a svilupparle in modo - 
appunto - individuale e originale; e che la società si giova di questa 
proliferazione di diversità. gestirla con sistemi di IA ne è la negazione. 
forma individui standard, butta fuori quelli irregolari, e per chi comanda non 
ci saranno più problemi. una distopia realizzata
secondo me questo è un campo di azione di contrasto all'IA particolarmente 
importante.

buon w.e.
Maurizio









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la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e 
tecnica.
la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole 
statali per tutti gli ordini e gradi.
Costituzione della Repubblica Italiana, art. 9 e 33

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Maurizio Lana
Università del Piemonte Orientale
Dipartimento di Studi Umanistici
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