Da un po' di tempo mi frulla in mente una domanda/opportunita':
* cosa impedisce, ad un Ateneo/Dipartimento/Gruppo_di_Ricerca/Docente di entrare all'interno delle dinamiche di sviluppo di un qualche software Open-Source relativamente rilevante, che, da un lato, presenta un grado di complessita' fra il banale ed il semplice e, dall'altro, apre le porte a riflessioni serie e concrete su tutti quegli aspetti ("controllo tecnologico", "lock-in", "data harvesting", "obsolescenza programmata", "scienza aperta", etc. etc.) a noi cari, e con anche qualche possibile ricaduta positiva? Mi spiego con qualche esempio: 1. SparkOS: è una "customizzazione" di Android, basata sulla versione AOSP rilasciata da Google. E' quella che utilizzo sul mio smartphone. Il progetto beneficerebbe di documentazione e, soprattutto, del "supporto" al porting su nuovi dispositivi. Io uso spark-os perché è l'unica distribuzione che supporta uno smarphone "nuovo", del costo inferiore ai 150€ (il mio budget). Il porting di SparkOS per il mio smartphone è gestito **AUTONOMAMENTE** da un ragazzo indiano (uno solo!), appena ventenne, iscritto ad una facolta' umanistica [1]. Quando gli ho chiesto: "Scusa, perché non 'supporti' anche il Redmi Note 12, visto che l'11 fra un po' uscira' fuori-mercato?", mi ha risposto: "Non ho i soldi per comprare un RedMi 12; se ce li avessi, potrei farlo....". Considerando che le attivita' (tecniche) che Sayan esegue sono *MOLTO* in linea con quello che viene discusso ai primi anni di informatica... mi chiedo: Perché non c'è un Sayan italiano? ...e vorrei lavorare affinché compaia... 2. Gadgetbridge: immagino tutti sappiate che con 40 € potete portare a casa uno smart-band esageratamente potente [2]. Il problema di fondo, è che --oltre ad avere un firmware "super-proprietario" (ossia: il suo "software interno" è intoccabile!), per gestirlo è necessaria una APP "super-proprietaria" (di quelle che mandano il ritmo del vostro sonno e il log delle vostre attivita' fisiche... in mani altrui [USA e Cina, al 99%]). La buona notizia è che l'APP *E' FONDAMENTALE* affinché lo smart-band possa "parlare" con il mondo esterno (perché, fortunatamente, non ha il wifi integrato, ma solo il bluetooth). Questo significa che è tecnicamente possibile dialogare con lo smart-band utilizzando una APP diversa, ma che parla lo stesso linguaggio di quella originale. ...e magari, l'app diversa, potrebbe essere "libera" e "educata". È esattamente questo l'obiettivo di GadgetBridge [3] : una APP (che esiste gia') e che attualmente supporta una luuuunga lista di dispositivi [incluso il Mi Band 7]. Oltre che a livello di documentazione, gli amici di GadgetBridge vorrebbero ampliare il "supporto" verso quanti piu' dispositivi possibili... ed hanno anche documentato come fare [4]. Hanno anche fornito un po' di informazioni su come fare "reverse engineering" a livello bluetooth per (cercare di) supportare dispositivi sconosciuti [5]. GadgetBridge supporta anche smartwatch ma... da quello che vedo, solo quelli "di fascia alta". Perché non è possibile lavorare per ampliare il supporto di gadgetbridge ad uno dei numerosissimi smartwatch cinesi, che possono essere acquistati a 20/30€ [5b]? Eppure, tale "porting" avrebbe alla base una pluralita' di attivita' tutte perfettamente compliant non solo con i percorsi di studio di base di informatica e ingegneria, ma anche di qualcosa di piu' evoluto (ad esempio: è pensabile la partecipazione ad un PRIN il cui obiettivo è quello di produrre uno smartwatch da 20 euro [clonando al 100% l'HW di uno dei numerosissimi esistenti], ma con software tutto "europeo", "open" e quindi "trusted"? Perché no?) 3. MailHops: è un plugin di Thunderbird [6] che, ogni volta che si visualizza un messaggio, recupera le informazioni relative al suo instradamento e presenta all'utente un piccolo riquadro dove segnala il paese di provenienza della mail (utilizzando servizi di georeferenziazione, pubblici e gratuiti). È estremamente utile --per coloro che usano thunderbird-- per capire quasi istantaneamente se una mail è "strana" o no (es.: mi ritrovo un mittente "normale", ma vedo che la mail viene dalla "Thailandia". Automaticamente alzo l'attenzione e cerco di capire se è il caso che guardi l'allegato... o no). Per funzionare, MailHops ha bisogno di un server a cui demanda l'attivita' di ricostruzione della provenienza. Quel server, attualmente, viene messo a disposizione dall'azienda che produce il plugin e che, per questo, chiede qualche spicciolo [7]. La complessita' di tutto l'ambaradan è decisamente banale, certamente alla portata di un progetto di un piccolo gruppo di studenti universitari. Cosa frena la nascita di un tale progetto, all'interno di un CdL? 4. nDPId [8]: si tratta di un software orientato al tema dell'analisi del traffico di rete (lo sto utilizzando sul mio router Internet domestico). È open-source (GPL) ed è un ottimo strumento di ausilio ai temi della "sicurezza informatica" e, soprattutto, della generazione di quantita' rilevanti di dati, e loro visualizzazione. Mi sono confrontato con l'autore (Toni) piu' volte e, anche in questo caso, è quasi imbarazzante pensare che un progetto con tali potenziali ricadute sia mantenuto seriamente da un singolo giovane. Perché nell'ambito di un corso di programmazione o di un CdL, un Dipartimento non riesce a farsi carico di alcuni pezzi dello sviluppo di un tale software? ...e potrei continuare.Ribadisco che si tratta di progetti decisamente semplici, che non presentano ostacoli rilevanti all'ingresso e che --ne sono certissimo-- possono essere totalmetne "controllati" all'interno delle dinamiche anche di un singolo docente. D'altro canto --e sono certo anche di questo-- le ricadute in termini didattici e, soprattutto, di diffusione della consapevolezza e del valore dei principi sottostanti, sarebbero rilevanti. E non soltanto confinati in ambito UNIV.
Perché non viene fatto?Il dubbio che non venga fatto perché semplicemente... non si conoscono tali opportunita', mi è forte... ed è per questo che ho scritto questo messaggio.
Qualcuno sarebbe interessato ad approfondire questo genere di timatiche? Un caro saluto, DV[1] https://spark-os.live/download/spes - il tizio è "sayann70", con cui ho scambiato 4 chiacchiere... e che mi ha fatto capire che, in fondo, la sua attivita' è molto semplice. Gli ho mandato 20 € per ringraziarlo. Si è commosso.... Ripeto: il "suo" spark-os è quello che permette a me di telefonare... google-free
[2] ad esempio, il "Mi Smart Band 7" di Xiaomi. [3] https://codeberg.org/Freeyourgadget/Gadgetbridge[4] https://codeberg.org/Freeyourgadget/Gadgetbridge/wiki/Developer-Documentation [5] https://codeberg.org/Freeyourgadget/Gadgetbridge/wiki/BT-Protocol-Reverse-Engineering
[5b] https://it.aliexpress.com/w/wholesale-smartwatch.html [6] https://addons.thunderbird.net/en-US/thunderbird/addon/mailhops/ [7] https://www.mailhops.com/ [8] https://github.com/utoni/nDPId [9] https://github.com/ntop/nDPI -- Damiano Verzulli e-mail:dami...@verzulli.it --- possible?ok:while(!possible){open_mindedness++} --- "...I realized that free software would not generate the kind of income that was needed. Maybe in USA or Europe, you may be able to get a well paying job as a free software developer, but not here [in Africa]..." -- Guido Sohne - 1973-2008 http://ole.kenic.or.ke/pipermail/skunkworks/2008-April/005989.html
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