Date: Sat, 30 Sep 2023 14:11:14 +0000
From: Giancarlo Frosio <gcfro...@gmail.com>
To: Giacomo Tesio <giac...@tesio.it>, "nexa@server-nexa.polito.it"
        <nexa@server-nexa.polito.it>
Subject: Re: [nexa]  ‘Biggest act of copyright theft in history’:
        thousands of Australian books allegedly used to train AI model |
        Australia news | The Guardian

Incredibile..."non capisco il senso di questa rsposta" era una affermazione 
retorica per evidenziarne la pretestuosità, non una richiesta di chiarimenti. Lei ha seri 
problemi di comprensione delle logiche e meccaniche del linguaggio.

La Sua convinzione di comprendere tutto più di altri che dedicano anni di 
studio a certe tematiche rasenta la follia...tanto quanto i suoi deliri 
tecnocratici.

Giancarlo

Buonasera,

sì, Giacomo. Leggendoti ho (spesso) una sensazione analoga a quella segnalata da Giancarlo: sei davvero convinto di comprendere tutto più di chiunque altro? Maddai... tutti cretini? tutti in malafede? Ohibò, che caso strano!

Forse non cogli l'ironia, il sarcasmo, il ricorso a figure retoriche in alcune frasi? O forse scegli deliberatamente di ignorarle per reiterare la questione dell'imparare l'informatica, e in particolare di imparare a scrivere codice? A scrivere codice come dici tu, perché un sacco di gente impara a scrivere codice, da vent'anni a questa parte sempre di più, eppure le cose non sono migliorate granché, mi pare! (immagino che ribatterai con qualche migliaio di parole a questa evidente imprecisione e voluta confusione di piani :D )

Personalmente mi trovo d'accordo sul fondo del tuo ragionamento, se l'ho inteso bene.

Politicamente mi colloco in netta opposizione a questa ennesima truffa spacciata per grande innovazione (mi riferisco alle cosiddette IA).

Persino legalmente (non sono legalista in alcun modo, e ci capisco poco di legislazione) non mi sembra così impossibile evidenziare l'esproprio appena mascherato da gioco delle tre carte a livello di copyright: ma come, decenni di legislazioni liberticide a difesa del copyright, e ora passa tutto in giudicato perché l'hanno fatto passare attraverso un tot di strati nascosti? (hidden layer nelle reti neurali)? A saperlo, invece di far copyleft ecc. avremmo investito in black box che mescolano le carte in tavola!

tuttavia, caro Giacomo, continuare a dire agli altr* con uno sproposito di parole che non hanno capito nulla tende ad alienare anche le persone meglio disposte (mi ritengo fra queste) nei confronti delle tue argomentazioni

l'aspetto più inquietante è sottolineato dall'aggettivo "tecnocratico", che mi pare azzeccato. Fai cadere le cose dall'alto e ciò IMHO è problematico e toglie molta forza ai tuoi ragionamenti. Ci sono già abbastanza tecnocrati, e molti sono pure miliardari e padroni. A mio parere è importante limitare le dichiarazioni apodittiche e cercare un confronto franco e aperto, senza scrivere come se volessi sotterrare l'interlocutore/trice. Magari nn vuoi farlo, ma a me questo sembra.

A cercare il pelo nell'uovo, molti dei termini a cui fai ricorso sono assai vaghi, e sono abbastanza convinto che persone diverse li intendono in maniera molto differente. Parole a caso: "forma", "modello" (intendi aristotelicamente? platonicamente? ci vuol poco a mettere in difficoltà, volendo. ma non aiuta nessuno).

Per non parlare di "dato". La tua definizione di "dato" è condivisibile, IMHO. Ma è TUA. Forse altr* la condividono (io, abbastanza). Beh, non è un granché. Non che la verità e la giustezza siano questione di maggioranze, però a mo' di aneddoto, una storiella sui dati:

tre anni fa sono stato relatore con alcune colleghe qui https://www.anthropocene-curriculum.org/project/parallax-lisboa/lisboa-parallax-2020/seminar-dating-datafication-history-epistemology-and-politics-of-big-data

fuffa? non fuffa? come vi pare. sparare sull'accademia è come sparare sulla croce rossa. ad ogni modo, c'erano una trentina di ricercatori e professori da tutto il mondo, perlopiù hard science: fisica, biologia, ecc. e ciascun* mi pareva piuttosto competente nel proprio campo. Se non lo era (ne dubito, mi ritengo piuttosto allenato), mi hanno imbrogliato per bene.

cercando di spiegare quel che facciamo, come funziona la "pedagogia hacker", ho detto qualcosa tipo: "you know, technical and digital systems are increasingly complex, complicated indeed, with many layers. In fact, these systems tend to manipulate us while we're feeding them by interacting with them. We are manipulated by how systems are designed, by the default UI etc."

sì, si parlava in finto inglese. sì, sono scarso in inglese e anche in finto inglese. cmq volevo proprio dire "manipulated", "manipolati"

apriti cielo. Gli scienziati ci hanno attaccati, verbalmente aggrediti, al limite dell'aggressione fisica. Gente che non si conosceva, discipline lontanissime, continuavano a ripetere che i "dati" sono cose "oggettive". Stavo forse sostenendo che loro venivano manipolati dai "dati"? Stavo forse suggerendo che i loro "dati" non erano corretti? I "dati" non manipolano, e loro si occupavano di "dati". Sarà.

Si sono calmati solo quando una collega ha preso in mano la situazione e ha fatto vedere la pagina principale di Google... ripetendo che l'apparenza inganna, "many layers", etc. ha digitato "Ctrl+u" sulla tastiera. Di fronte al JavaScript offuscato gli scienziati si sono calmati. Pensavo l'avrebbero sbranata, invece si sono acquietati. Valli a capire, è un giochino introduttivo per spiegare l'idea di "sollevare gli strati" che facciamo di solito nei laboratori...

Quindi, il giorno dopo abbiamo proposto un pad aperto per l'occasione, a libero accesso, e abbiamo chiesto di scrivere la definizione di "data". Dopo un quarto d'ora c'erano una trentina di definizioni parecchio distanti fra loro, molte del tutto incompatibili.

Ora... assumendo per un istante che quegli studiosi fossero un ragionevole campione di studiosi in "scienze dure", ci siamo portate a casa l'idea che non sia affatto chiaro cosa sono questi fantomatici dati.

è una storia realmente accaduta, dal mio punto di vista, s'intende; per me non c'è da discutere sul vero o falso, sul giusto e lo sbagliato, su chi è scemo e chi intelligente, ma sul fatto che intendersi è complicato, provenendo da culture diverse in lingue malparlate e malcomprese ancora di più,

nonostante tutto, IMHO si può capirsi, al di là delle differenze

di diversità e varietà, più ce n'è, meglio è. le cosiddette IA sono, guarda caso, l'esatto opposto, cioè un esempio di omologazione, perché si pongono come "dato di fatto" indiscutibile e ineluttabile.

ma... si può capirsi,

con calma,

e gentilezza

ciao

k.



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