Buongiorno,

grazie della segnalazione, aggiungo testo a fini archivistici

«Già definire cosa sia un crimine informatico sta mettendo a dura prova
il gruppo di esperti» è l'elevator pitch di questa bruttissima questione

don Luca Peyron <dluca.universit...@gmail.com> writes:

> Buona lettura
>
> dl
>
> https://www.wired.it/article/onu-convenzione-crimini-informatici-rischio-privacy-diritti/

«Il patto dell'Onu contro il cybercrime è diventato un assalto a privacy
e diritti digitali»
di Luca Zorloni, 20.01.2023

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Le Nazioni Unite stanno discutendo una convenzione globale sui crimini
informatici. Ma piovono proposte per annacquare i diritti in rete. Come
il reato di fake news presentato dalla Cina. O l'abbattimento della
protezione dei dati in caso di indagini votata anche dagli Stati Uniti

[...] La Cina, per esempio, ha proposto di istituire il reato di
diffusione di informazioni dannose.  Un'arma che potrebbe essere
utilizzata per silenziare dissidenti e oppositori. Ma sull'altra sponda
del Pacifico, gli Stati Uniti hanno suggerito, come Egitto, Pakistan e
Oman, di cancellare la protezione dei dati personali e i principi di
proporzionalità, necessità e legalità dalle garanzie per
controbilanciare i poteri di indagine. Emendamenti controversi che
restituiscono l'idea di un negoziato tutt'altro che secondario [1], le
cui conseguenze potrebbero ben più complicati e gravi del previsto.

[...] Il 26 maggio 2021 al Palazzo di vetro l'assemblea generale delle
Nazioni Unite accende luce verde a una risoluzione per contrastare l'uso
delle tecnologie informatiche e di telecomunicazioni per scopi
criminali. “È bene sottolineare che molti portatori di interessi, comeStati e 
organizzazioni non governative, non erano convinti che fosse
necessario un trattato globale sul crimine informatico”

[...] Un trattato internazionale sul crimine informatico esiste già. È
la Convenzione di Budapest, datata 2001. [...] “È uno strumento molto
efficace”, osserva Bannelier.

[...] Già definire cosa sia un crimine informatico sta mettendo a dura
prova il gruppo di esperti, presieduto dall'ambasciatrice algerina
Faouzia Mebarki. [...] A Vienna i delegati si sono ritrovati davanti una
bozza con 28 tipi di crimini informatici da inserire nella
convenzione. Tra cui l'uso illecito di strumenti di pagamento
elettronico. O la violazione del copyright. La diffusione online di
materiale pedopornografico. Il cyber stalking. E la lista è presto
salita a 30, [...]

[...] “Solo otto proposte non sono oggetto di dibattito”, spiega la
ricercatrice. E sono i reati informatici veri e propri. Ossia gli
articoli 6 (accesso illegale), 7 (intercettazione illecita), 8
(interferenze con dati e informazioni digitali), 9 (interferenze con
sistemi o dispositivi di comunicazione), 10 (abuso di dispositivi o
programmi), 11 (falsificazione di dati), 12 (frodi informatiche) e 18
(violenze online su minori).

[...] “Mentre la prima categoria è stata discussa nell'assemblea
plenaria - racconta Bannelier - le discussioni della seconda sono state
relegate a incontri informali”. A questi tavoli sono arrivate idee come
quella di ideare un reato globale di incitamento alla sovversione. Ma
anche il riciclaggio di denaro, già coperto da altri trattati. E proprio
in questa seconda categoria si è intrufolata la Cina con la sua idea di
criminalizzare la diffusione di informazioni dannose. Una lotta alle
fake news che nelle mani del regime di Pechino potrebbe essere usata per
silenziare chi pubblica contenuti invisi al Dragone. “Ci aspettiamo che
gli Stati occidentali reagiscano in maniera forte - osserva la docente
-. Credo che non arriverà alla versione finale della convenzione”.

[...] “È vero che la diffusione di informazioni false, fake news e
disinformazione è un problema per tutti gli Stati - dice la ricercatrice
-. Ma se è un terreno scivoloso per gli Stati democratici, figuriamoci
come Stati non democratici come la Cina potrebbero sfruttare la tesi di
combattere false informazioni per limitare la libertà di espressione e
per perseguire oppositori politici, giornalisti e attivisti per i
diritti umani”.

[...] In generale, la lotta al crimine informatico sta diventando il
grimaldello per mettere in discussione la protezione delle
informazioni. La stessa Commissione europea ha proposto un regolamento,
denominato Chatcontrol, che deroga alle regole sulla privacy per dare
alle piattaforme di comunicazioni digitali, come Whatsapp e Messenger,
accesso alle chat private per tre anni alla ricerca di abusi sessuali
online su minori su incarico di un'autorità nazionale.

L'analisi avverrebbe tramite sistemi di intelligenza artificiale, che
hanno già dimostrato la loro fallacia in questi casi. Negli Stati Uniti
Google ha bollato come pedopornografiche le foto scattate da un papà al
figlio per motivi di salute e mandate al pediatra.

[...] Lo scorso maggio proprio il garante della privacy dell'Unione
europea, Wojciech Wiewiórowski, ha messo in guardia i 27 sui rischi di
una deriva del trattato dell'Onu, al punto da suggerire all'Unione
europea di non diventare parte della convenzione se la bozza finale non
garantisce il rispetto di diritti fondamentali, come la protezione dei
dati e la riservatezza delle informazioni.

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saluti, 380°

[1] https://www.wired.it/article/privacy-europa-ricorso-garante-europol/

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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