Grazie Andrea, interessante anche se mi sembra che il controllo sia già
molto più pervasivo, capillare ed operativo sull'intero territorio.
Penso che Honk Kong è data per "persa" ormai dagli USA/democrazie
occidentali, abbandonata al suo destino, la vera sfida democratica e
tecnologica sarà su Taiwan.

Alessandro



On Wed, 12 Jan 2022 at 10:55, Andrea Violato <violat...@gmail.com> wrote:

> Cari tutti
> riporto di seguito questa interessante notizia [
> https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-11-gennaio-ritiro-kazakistan-russia-csto-khamenei-accordo-nucleare-iran/126374
> ]
>
> *PORTO FRANCO PER I DATI* [di Giorgio Cuscito
> <https://www.limesonline.com/autori/giorgio-cuscito>]
>
> La Repubblica Popolare Cinese costruirà
> <https://www.scmp.com/tech/policy/article/3162601/china-plans-its-first-free-data-port-guangzhou-beijing-eyes-total>
>  un
> “porto di libero scambio per i dati” nel distretto di Nansha (a Guangzhou,
> nel Guangdong) entro il 2025. La struttura fungerà da progetto pilota per
> il trasferimento delle informazioni digitali tra la Cina e il resto del
> mondo.
>
> *Perché conta*: Lo scopo di Pechino è creare un primo collo di bottiglia
> tramite cui trattenere i dati sensibili per il proprio interesse nazionale
> e raccogliere ciò che è utile sul conto dei rivali (Stati Uniti *in
> primis*) che accedono alla Repubblica Popolare. Il proposito non è
> affatto nuovo. Dal 2017 in poi, il governo cinese ha adottato tre leggi a
> riguardo, rispettivamente sulla cibersicurezza
> <https://www.limesonline.com/rubrica/sovranita-e-privacy-cosa-prevede-la-legge-sulla-cibersicurezza-in-cina>,
> sulla sicurezza dei dati e sulla protezione delle informazioni personali.
>
> Il progetto pilota di Nansha (del valore di 5 miliardi di dollari)
> dovrebbe includere un centro dati, un parco industriale per i *big data*
> e un laboratorio per le comunicazioni della cosiddetta Baia Allargata, che
> coinvolge parte del Guangdong, Hong Kong e Macao. Il porto digitale si
> connetterà alla rete di cavi sottomarini diretta verso l’estero.
>
> Non è un caso che Pechino abbia scelto di allestire una simile struttura
> proprio a Guangzhou. Nella parte sudorientale della Repubblica Popolare si
> concentrano la maggior parte dei “suoi” colossi tecnologici, a cominciare
> da Alibaba e Tencent. Colossi ai quali Pechino ha fatto chiaramente capire
> che le loro risorse (dati e conoscenze) vanno posti al servizio degli
> interessi strategici cinesi e non devono essere utilizzati per creare
> centri di potere alternativi al Partito comunista.
>
> In più, Guangzhou è a pochi chilometri da Hong Kong che, malgrado le forti
> tensioni interne
> <https://www.limesonline.com/rubrica/hong-kong-elezioni-cina-democrazia-usa>,
> resta punto di accesso privilegiato delle multinazionali straniere che
> desiderano investire in Cina. Ed è quindi un teatro rilevante per la
> competizione tecnologica tra Pechino e Washington.
> *Andrea Violato*
>
> skype *andrea.violato*
> mobile *(+39) 348 790 9815*
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