Il 16/11/21 15:31, Antonio Iacono ha scritto:
Su questo punto, da iscritto AIRE da quasi 15 anni, mi sento di
rassicurarti: i comuni sono solitamente ben coscienti dei cittadini AIRE
a loro associati, perché siamo presenti sulle liste elettorali.
Sì, era poco più di una battuta.
Sindaci e impiegati dei comuni sanno cosa significa AIRE, i cittadini no.
Molto spesso (e lo dico con cognizione di causa) i funzionari della
P.A. parlano in codice, con sigle,
...
Il "Codice di Stile delle comunicazioni scritte a uso delle pubbliche
amministrazioni" di Sabino Cassese è del 1993:
"Un’amministrazione che non si fa comprendere e non sa esprimersi. Atti,
moduli, bandi che respingono (invece di aiutare ) il cittadino.
Espressioni fuori dall’uso comune. Anche queste sono cause di quella
frattura tra cittadino e Stato, di cui si discetta, in termini
altisonanti, senza porvi riparo. E per porvi riparo, bisogna cominciare
anche dal linguaggio e dallo stile che gli uffici pubblici adoperano,
nel comunicare con i loro clienti abituali . Questi, i cittadini , sono
titolari di molti diritti, ma non di quello a vedersi chiamati in forme
piane e comprensibili. Accade, così, che chi sia chiamato a contribuire,
con il pagamento delle imposte, alle spese dello Stato, e sia richiesto
di riempire moduli rompicapo, abbia l’impressione di pagare due tasse:
una palese, e una occulta, costituita dalle ore trascorse nel riempire
il modulo e dall’esercizio di pazienza impostagli.
- Sabino Cassese"
siamo ancora qui a parlarne :-(
rob
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