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La crisi petrolifera del 1973 portò ad un periodo di "austerity" e il governo
italiano emanò disposizioni volte al contenimento del consumo
energetico, tra questi
quello di imporre, il 2 dicembre 1973, il divieto di circolazione nei
giorni festivi dei mezzi privati.

Qualche giorno dopo, il Corriere della Sera pubblicò un articolo di
Pier Paolo Pasolini.

"Non è difficile supporre che in questi mesi di relegazione e di noia,
è alla televisione
che gli italiani si rivolgeranno senza possibilità di scelte per passare il
tempo. Così che in un periodo di emergenza che sembra però destinato
a fissarsi e a essere il nostro futuro, la televisione diventerà ancora più
potente: e la violenza del suo bombardamento ideologico non avrà più
limiti. La forma di vita – sottoculturale, qualunquistica e volgare – descritta
e imposta dalla televisione non avrà più alternative.

La televisione non è soltanto il luogo attraverso cui passano i messaggi,
ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta
una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare.
È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto
lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio che la televisione sia autoritaria
e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. "

Oggi la rete non ha preso il posto della televisione, E' televisione.

A.
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