Ciao Giacomo,
> Definire le "AI" non sarebbe difficile (cambiando loro nome), ma è> > impossibile se si pretende di distinguerle dal resto del software.> Si tratta infatti di software programmato statisticamente che riproduce> uno degli infiniti pattern deducibili dai dati disponibili. ho notato già in altri interventi questa tua posizione. Vorrei capirci qualcosa di più. Tieni presente che, sebbene legga e scriva software, NON sono un programmatore, non lo sono mai stato e, soprattutto, non intendo diventarlo mai. :-) Da profano, vedo una certa differenza tra software prodotto con un linguaggio e software prodotto con un procedimento statistico. Per esempio, per un essere umano è più facile che per una macchina produrre software usando un linguaggio. Del resto la stragrande maggioranza dei linguaggi di programmazione sono stato creati dall'essere umano per l'essere umano. Viceversa per un essere umano è molto difficile produrre software attraverso un procedimento statistico, mentre per una macchina è molto facile. Del resto la programmazione statistica è stata introdotta dall'essere umano per le macchine. Nello schema: INPUT -> ELABORAZIONE -> OUTPUT i linguaggi di programmazione, si usano in genere per definire un procedimento di ELABORAZIONE che generi OUTPUT ricercati a partire da INPUT forniti. Con la programmazione statistica, invece, vengono forniti dall'essere umano INPUT e OUTPUT coerenti e si chiede alla macchina di trovare procedimenti di ELABORAZIONE efficienti, che possano poi essere usati per produrre nuovi OUTPUT a partire da INPUT inediti. Gli ambiti di adozione dei due approcci possono essere molto diversi. Generalmente si ricorre alla programmazione statistica nei problemi a complessità elevata, dove è svantaggioso usare l'approccio tradizionale. Inoltre, paragonando gli approcci in uno stesso ambito di adozione, le differenze ottenute sul risultato finale potrebbero essere sintomatiche. Sbaglio? > Una volta in funzione è indistinguibile dal software programmato > linguisticamente eccetto che per l'effettiva impossibilità di > prevederne il comportamento negli infiniti corner-case non > sufficientemente rappresentati dai dati. Non sono del tutto convinto sia proprio indistinguibile. Ho visto dei pattern elaborativi usciti da reti neurali, che non avevano nulla di "umano", ossia nessun umano avrebbe mai pensato ad un procedimento elaborativo di quel tipo. Penso che la fascinazione dell'espressione AI derivi, almeno in parte, da questo. E' così? D. _______________________________________________ nexa mailing list nexa@server-nexa.polito.it https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa